Storia

 

 

 

I beni sequestrati

 

Nell’80esimo anniversario delle leggi razziali Intesa Sanpaolo
inventaria e rende disponibile il fondo archivistico Egeli

 

 

I Provvedimenti per la difesa della razza italiana emanati nel novembre 1938 trovarono attuazione dopo pochi mesi con la costituzione dell’Egeli, Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare, incaricato di acquisire, gestire e rivendere i beni eccedenti la quota di proprietà consentita ai «cittadini italiani di razza ebraica». In seguito esso estese le proprie competenze ai sequestri dei beni esattoriali e, con l’ingresso dell’Italia in guerra, ai sequestri dei beni nemici in Italia. Con la Repubblica di Salò iniziò una sistematica caccia agli ebrei e, dal punto di vista patrimoniale, la confisca di tutte le proprietà ebraiche, beni immobili e beni mobili.

Dopo le leggi razziali la gestione e la liquidazione dei beni ebraici affidati all'Egeli fu delegata a circa venti istituti bancari in diverse regioni italiane, tra cui la Cassa di risparmio delle provincie lombarde per la Lombardia e l’Istituto San Paolo di Torino per il Piemonte e la Liguria. L’Archivio storico di Intesa Sanpaolo conserva e ha appena terminato l’inventario delle carte del Fondo Egeli relative alla gestione, da parte del Credito fondiario della Cariplo, dei beni espropriati, sequestrati e confiscati in Lombardia. Si tratta di oltre 1400 pratiche di famiglie ebraiche e, dopo il 10 giugno 1940, altre 400 circa di cittadini cosiddetti ‘nemici’ appartenenti a paesi con cui l’Italia si trovava in guerra.

Si toglie così il velo a un argomento che per molti anni è risultato secondario rispetto ai destini delle persone; la confisca di immobili anche di valore come la poi diventata celebre Villa Oleandra a Laglio sul Lago di Como, così come oggetti di uso casalingo (lampadari, servizi di porcellana, “un asse legno per stirare cravatte”, addirittura “sei rotoli di carta igienica”, “cianfrusaglie varie per cucina”) e personale (gioielli, abiti, giocattoli, “una carrozzina giocattolo, due automobili legno”), testimoni nella loro semplicità concreta e priva di valore economico del dramma di quelle famiglie in fuga.

Alla Liberazione, la Cariplo gestì le operazioni di restituzione ai proprietari o ai loro eredi, completando tutte le operazioni entro il 31 dicembre 1957. Solo una decina di pratiche, che non poterono essere liquidate per la scomparsa delle famiglie, passarono al Ministero del Tesoro. L’Egeli venne soppresso con Decreto Ministeriale nel 1997.

L’intervento sull’archivio - realizzato a 80 anni dall’emanazione delle Leggi razziali - ha permesso la creazione di un inventario che attraverso un software specializzato renderà consultabile la banca dati on line dei nominativi e delle localizzazioni dei beni asportati (all’indirizzo asisp.intesasanpaolo.com) e il collegamento dei dati raccolti con altri database relativi alla memoria della Shoah in particolar modo con quello del Centro di documentazione ebraica contemporanea “I nomi della Shoah”. Il progetto di riordino e messa a disposizione del Fondo continua con l’inventario degli archivi delle Banche confluite nel Gruppo; ad oggi sono stati reperiti documenti inediti sulle confische negli archivi delle casse di risparmio di Padova e Rovigo, di Venezia e di Forlì.

I documenti, conservati presso l’Archivio storico nell’ambito del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo, permettono di seguire la sorte dei beni mobili o immobili oggetti di confisca e di raccontare la vita, e a volte anche la morte, dei loro proprietari. Si pensi, ad esempio, ai decreti e ai verbali delle numerose confische operate nelle zone di Como o Sondrio ai confini con la Svizzera che raccontano degli uomini e delle donne che cercarono di rifugiarsi in Svizzera, o alla corrispondenza legata alle attività di riconsegna dei beni dopo la guerra, che talvolta riporta le notizie sui deportati nei campi di concentramento oppure su coloro che riuscirono a fuggire in altri paesi. Inoltre, attraverso gli inventari dei beni e i verbali di presa in consegna, queste carte offrono una fotografia e uno spaccato della società italiana dell'epoca descrivendone l’arredamento delle case, le apparecchiature conservate, talvolta perfino i libri presenti nelle biblioteche.

 (Comunicato stampa)

 

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