Francia
Far conoscere gli ebrei italiani
di Gianni Diena
Nel corso degli anni passati ho scritto alcuni articoli sulla situazione dell'ebraismo in Francia, sui suoi problemi, sull'antisemitismo (che appare sempre di più allo scoperto, sia essendo stati infranti alcuni tabù, sia nascondendosi dietro un antisionismo di facciata).
Per una volta desidero abbandonare questa problematica per riprenderne una più sorridente e per soffermarmi su alcuni avvenimenti interessanti ed attualmente in corso tra la Francia e l'Italia (nel campo dell'ebraismo s’intende).
Mi ricordo che all'inizio del mio soggiorno francese (seconda metà degli anni '60), la presenza di un italiano ebreo era fonte di sorpresa; per non parlare delle mie affermazioni sull’esistenza di uno specifico rito italiano, che - fino a quando delle persone competenti non l'hanno confermato - erano considerate affermazioni… all'italiana!
In Francia il mondo ebraico era sefardita o askenazita ed il fatto di non entrare in questa dicotomia non era concepibile. Non parlo qui delle persone "sapienti" o di cultura elevata, ma dell'ebreo/a di base (senza che questa definizione possa avere una connotazione critica o negativa). Le cose hanno subito un’evoluzione importante nel corso degli anni, ma si può ancora affermare che in Francia l'ebraismo italiano è generalmente sconosciuto.
Un po' di tempo fa, anche se le mie conoscenze erano (e sono) molto limitate, mi sono fissato come obbiettivo di farlo conoscere il più possibile sotto i suoi diversi aspetti. Per questa ragione da alcuni anni sono in contatto sia con il MAHJ (Musée d'Art et d'Histoire du Judaïsme) che con l'IEMJ (Institut Européen des Musiques Juives).
Per avere un'idea sia del MAHJ che dell'IEMJ vi invito ad andare sui siti rispettivi per conoscerne gli scopi.
E veniamo agli avvenimenti di cui parlavo all'inizio di questo articolo.
È evidente che l'importanza dell'ebraismo sefardita e askenazita è indiscutibile e lo si sente particolarmente in Francia dove la popolazione ebraica è significativa (s’intende rispetto alla popolazione ebraica presente in altri Stati e non in rapporto alla percentuale dell'insieme della popolazione francese). È quindi normale che questa presenza sentita localmente tenda ad occultare il resto, ma non si deve dimenticare che il MAHJ ha una sala (anche se di superficie relativamente ridotta) interamente dedicata all'Italia.
In questa sala sono esposte - fra l'altro - un Aron di Modena che risale al 1472, e che sembra essere il solo Aron del
Medio Evo Occidentale ancora esistente, e una Bimah anch'essa del XV secolo (vedere per credere: <https://tinyurl.com/y4z3njlh> e <https://tinyurl.com/yxrp9p6d>)
Chi visita il MAHJ non può ignorare, dunque, la presenza italiana.
Proprio questi due pezzi sono stati prestati - a titolo eccezionale - al MEIS di Ferrara per un'esposizione che si tiene in quella città dal 12 aprile al 15 settembre di quest'anno.
Il MAHJ ha approfittato di questo spazio disponibile per presentare sedici capolavori di miniature ebraiche italiane del 1400/1500 prestate dalla BNF (Bibliothèque Nationale de France) in una mostra intitolata "Manuscrits hébreux d'Italie" (la BNF - all'interno del suo Dipartimento dei manoscritti - ha un fondo ebraico importante che comprende, ad oggi, quasi 1500 manoscritti e le cui origini risalgono al XIV secolo).
Ecco gli avvenimenti italo/francesi di cui parlavo all'inizio di questo articolo.
Ed io in tutto questo?
Proprio questi avvenimenti e questi scambi mi hanno spinto a scrivere queste righe su quello che sto cercando di fare a Parigi per contribuire, con i miei modestissimi mezzi, ad una conoscenza più ampia dell'ebraismo italiano.
MAHJ
Quando, anni fa, ho preso i primi contatti con il MAHJ, avevo chiesto loro se fossero interessati ad avere delle informazioni sull'ebraismo italiano non solo da un punto di vista "ufficiale", ma anche da un punto di vista "familiare"/"personale", settore che normalmente non è esplorato dai musei ma che ha anche un suo particolare interesse. La loro risposta è stata positiva su entrambi i fronti ed è così che nel corso degli anni sto fornendo un certo numero di documenti di varia natura.
Mi limito a pochissimi esempi molto diversi tra loro :
- Rôle des Impôts des Israélites de la Circonscription de Turin (1810)
- Storia degli Ebrei in Italia (Attilio Milano - 1963)
- Manoscritti biblici ebraici (Adei-Wizo 1996)
- Parole, immagini, oggetti e architetture delle sinagoghe piemontesi (2009)
- Cent'anni di carta : vita e lavoro della famiglia Diena (1998)
- "Il giudeo-romanesco" tesi di Sandra Debenedetti discussa qualche anno fa alla Facoltà di Lettere di Roma.
IEMJ
Primo centro di documentazione sulle musiche ebraiche in Europa, l’Institut Européen des Musiques Juives (IEMJ), è stato creato nel 2006 e si è sviluppato, fra l'altro, nei seguenti campi:
- Collezione di archivi familiari ed istituzionali
- Catalogazione e messa on line delle collezioni musicali di un'importante mediateca. All'inizio di quest'anno esistono ormai 73.000 "fichiers sons" e circa 380.000 pagine di spartiti, migliaia di foto, video ed archivi diversi di cui una buona parte sono accessibili on line.
- Creazione di una struttura musicale (CD e spartiti di musica).
In altri termini, quello che l'IEMJ ricerca è tutto quello che concerne il mondo musicale ebraico (sia sacro che profano) ed è in questa prospettiva che cerco delle fonti sul mondo musicale ebraico italiano che possano alimentare il Fondo che l'IEMJ ha voluto creare in funzione dei diversi contributi (imperniati su questo mondo, salvo rare eccezioni) che ho portato nel corso del tempo.
In particolare il mio scopo è quello di dar loro delle informazioni, delle registrazioni, delle spiegazioni, sul rito italiano, sulle sue peculiarità, sulle ragioni della sua esistenza, sulla sua vita, ecc. in modo che sul sito dell'IEMJ possa apparire - a fianco degli altri riti - una rubrica concernente il solo rito italiano. Il direttore dell'IEMJ non è contrario (anzi si è mostrato interessato).
Per quanto concerne la parte direi profana, l'IEMJ è ugualmente interessato ad avere le informazioni più diverse. Per fare un esempio, nel Fondo si può trovare il libro America nuova terra promessa. Questo libro che parla degli ebrei italiani fuggiti in America al momento delle leggi razziali, è suddiviso in capitoli, ognuno dei quali riguarda una professione, e un capitolo è dedicato ai musicisti italiani ebrei arrivati a quell'epoca negli USA.
La lista degli apporti incomincia ad essere lunga e quindi invito i lettori ad andare direttamente sul sito IEMJ, cliccare su "Médiathèque Halphen" e poi sulla rubrica "Fonds Principaux" e cercare il "Fonds Abbina-Diena" per avere un'idea più concreta.
Nei prossimi giorni porterò all'IEMJ altre pubblicazioni e registrazioni ed a questo punto devo ringraziare molto sinceramente tutte le persone che ho contattato sia in Italia che in Israele e che mi hanno consigliato, aiutato, guidato nelle mie ricerche: senza il loro aiuto, non sarei riuscito ad iniziare ed a incrementare il Fondo.
Ho intenzione di continuare nelle mie ricerche allo scopo di aiutare modestamente la raccolta e la memorizzazione (particolarmente in istituzioni di una certa importanza come l'IEMJ) di ciò che gravita intorno al mondo musicale ebraico italiano, prima che - eventualmente - ne se perdano le tracce.
Tutte le informazioni od i consigli che potrebbero essermi dati sono e saranno i benvenuti (per esempio sono alla ricerca de "Il Seder di Pesach" secondo il rito della Comunità ebraica di Roma - A cura di Emanuele Pacifici - Introduzione del Prof Rav Elio Toaff - Cantori e narratori: Rav Haïm Vittorio Della Rocca e Rav Avraham Alberto Funaro)
Infine, last but non least, l'esistenza (e la bellezza) delle sinagoghe piemontesi mi hanno spinto ad organizzare anni fa due giri turistici per i nostri amici francesi; iniziativa che ha convinto un tour operator specializzato in viaggi a carattere ebraico in Francia ed all'estero - e che avevo avuto l'occasione di conoscere tempo fa - a creare un giro analogo che ha già proposto, con successo, per due volte. Questo stesso tour operator, in rapporto con il MAHJ, ha in progetto di organizzare un viaggia a Ferrara e dintorni prendendo pretesto proprio dall'esposizione dei "Manuscrits hébreux d'Italie".
Ecco un'altra opportunità per far conoscere l'ebraismo italiano sotto una forma totalmente diversa!
Gianni Diena
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