Libri
Le classi invisibili
di Paola De Benedetti
Daniel Fishman - di cui Ha Keillah aveva recensito tempo fa il libro sugli ebrei di Mashad - ha rivolto la sua attenzione alle scuole che accolsero gli studenti ebrei presso le comunità ebraiche dal settembre 1938 fino al termine dell’anno scolastico 1942/43, con una pubblicazione curata da Patrizia Baldi.
Preceduto da una prefazione storica di Gadi Luzzatto Voghera, il libro racconta lo sconcerto, la sorpresa e l’impreparazione delle istituzioni ebraiche a fronte del decreto del 5 settembre 1938 (Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista) che, prima ancora dei provvedimenti a difesa della razza del successivo novembre, colpiva l’istruzione escludendo dalla scuola e dall’università docenti, discenti, tecnici, fino ai bidelli, ed anche i libri di testo di autori ebrei. Fishman confronta l’iniziale inerzia dell’Unione delle Comunità Israelitiche con la prontezza con cui le realtà periferiche si misurarono - e le superarono - con le grosse difficoltà per reperire e organizzare i locali, affrontare i problemi pedagogici, trovare i docenti e coprire tutti i possibili gradi di istruzione.
All’esame dei problemi generali segue l’esame analitico, Comunità per Comunità, dei problemi affrontati e delle soluzioni trovate in ventidue città (fa piacere annotare che la Comunità torinese è stata tra quelle che meglio è riuscita a coprire le esigenze dei suoi ragazzi, ed è addirittura arrivata a proporre un corso biennale a livello universitario - proposta bocciata dal Ministero che negò qualsiasi riconoscimento a eventuali diplomi).
Affronta una realtà non molto nota il capitolo dedicato alla Lagerschule aperta nel campo di concentramento a Ferramonti di Tarsia, dove l’insegnamento, contrariamente alle direttive ministeriali, era svolto non in italiano, ma in tedesco e in serbocroato; le difficoltà erano moltiplicate rispetto alle scuole delle Comunità per la varietà della provenienza degli scolari, per il reperimento dei locali, dei docenti, del materiale minimo necessario, il tutto aggravato dalle regole che disciplinavano la vita nel campo.
Nel libro sono riprodotti diversi documenti di archivio, tra cui ho trovato particolarmente interessante l’elenco del “Personale ebraico dispensato dal servizio” nei ginnasi e nella scuola secondaria: vi ritroviamo numerosi nomi di docenti e presidi che si impegneranno nelle scuole delle Comunità. La fotografia della copertina è quella di studenti della terza media (a.s. 1942/43) con il prof. Salvatore Foa che illustrava la copertina del libro di Alberto Cavaglion sulla scuola ebraica a Torino.
(Una nota personale: Fishman ricorda l’estensione del decreto anche alle colonie, e cita una scuola per ebrei ad Addis Abeba; non ho mai saputo che ciò sia avvenuto in quella città, mentre invece posso testimoniare che ad Asmara funzionò per due anni una pluriclasse elementare, dalla prima alla quinta, dove io ho frequentato la prima elementare; gli allievi erano ebrei italiani e, se ben ricordo in maggioranza, yemeniti con cittadinanza inglese).
Paola De Benedetti
Daniel Fishman - Le classi invisibili - Le scuole ebraiche in Italia dopo le leggi razziste (1938-1943), Ed. Il Prato, 2019, pp.182, € 18
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