Ricordi
Anna Bises Vitale
Anna, un'amica
di Lia Montel Tagliacozzo
L'amicizia tra Anna e me è nata quando entrambe siamo entrate a far parte della maggioranza all'interno del Consiglio della Comunità di Torino come rappresentanti del Gruppo di Studi ebraici, un’associazione che si proponeva di rinnovare la Comunità ebraica per trasformarla in un centro conviviale, culturale e con maggiore coscienza ebraica. Il Consiglio era formato da persone particolarmente motivate che lavoravano intensamente, lanciavano nuove iniziative, davano la propria presenza come impegno inderogabile. Si viveva in una sorta di reciproca sollecitazione e Anna, molto vivace e sempre al corrente di ciò che capitava all'interno e all'esterno della Comunità, aveva un'eccezionale capacità relazionale. Caratteristiche che facevano di lei un personaggio. Era snob? Ebbene sì, ovviamente a modo suo: era accogliente con tutti e sapeva farsi apprezzare ed amare. All'interno del Consiglio era una collaboratrice efficiente e partecipe e da lei ho appreso molte cose.
Malgrado molteplici insistenze non ha mai voluto fare la Presidente della Comunità per motivi famigliari. La sua vita non è stata facile. La famiglia Vitale, che si era formata in Argentina dove sia la Famiglia Bises che la Famiglia Vitale erano riparate a causa delle leggi razziali; entrando in Italia nel 1964, ha dovuto riorganizzarsi completamente anche dal punto di vista lavorativo. Inoltre non è stato facile trovarsi di fronte all'aspetto rivoluzionario dei figli che avevano aderito in modo totalizzante ai movimenti sessantottini. Anna aveva reagito a questo evento con amore e intelligenza, ma il trauma veramente drammatico che le ha lasciato una cicatrice indelebile è stata la morte improvvisa (un incidente stradale) del figlio Marcello nel 1976.
La ripresa è stata dura, difficile, ma la Famiglia è riuscita a reagire in modo positivo proponendo al Centro Studi Piero Gobetti di intitolare a Marcello la raccolta documentale dei "movimenti" di quegli anni. Ne nacque il Fondo Marcello Vitale oggi uno dei più consistenti in questo campo.
È stato in questo periodo che Anna è entrata a far parte del Gruppo di Studi Ebraici e da allora non ha mai smesso la sua significativa adesione. È riuscita anche a riprendere i rapporti sociali e ad aprire la sua casa, allestita con raffinatezza, ai numerosi amici.
Nel 1979 Anna è diventata presedente dell'Archivio delle Tradizioni e del Costume ebraici Benvenuto ed Alessandro Terracini, ed ha mantenuto tale carica fino al 2003. Con lei l'Archivio ha avuto un notevole impulso. Ricordo in particolare l'allestimento e la diffusione della mostra fotografica itinerante di Guido Avigdor "Vita e Cultura ebraica nei secoli XVIII e XIX - documentazione sulla presenza ebraica in Piemonte". Tale mostra è stata esposta in varie città italiane ed estere tra cui New York e Gerusalemme, nella sede della Keneset. Tra le altre iniziative da lei promosse sono di particolare interesse quelle sulle Comunità ebraiche piemontesi.
Anna ha lasciato l'Archivio a causa delle sue condizioni di salute assai gravi.
Il suo legame con la Comunità e la sua vitalità non sono però mai mancate. Molti ricorderanno quando a Succot dello scorso anno ha voluto festeggiare il suo novantesimo compleanno nella Succà della Comunità con parenti ed amici.
Ricordo come tipico del suo carattere la volta in cui si è fatta accompagnare in Israele dai nipoti che, con la carrozzella, l'hanno portata nei luoghi più impensati. Questo ci dà la misura di quanto sia stato forte il legame tra lei e i nipoti, che anche negli ultimi giorni non hanno mancato di andarla a trovare e hanno fatto sentire la loro vicinanza non solo a lei, ma anche ad Alida e Micaela, figlie impareggiabili nella loro sollecitudine fino agli ultimi istanti
Il nostro rapporto di amicizia non è mai venuto meno, ci vedevamo e ci sentivamo telefonicamente molto spesso. Oggi mi mancano le nostre lunghe chiacchierate nelle quali ci raccontavamo le nostre storie presenti e passate, ma parlavamo anche degli eventi del giorno, ai quali lei era sempre molto attenta.
Che il suo ricordo sia di benedizione.
Lia Montel Tagliacozzo
Share |