Israele
Corona e politica
di Dan Rabà
In Israele siamo al secondo giro del coronavirus.
Al primo giro abbiamo risposto con tempestività e probabilmente con un po' di ossessione. Netanyahu ne ha approfittato per formare un governo di emergenza e convincere Kahol Lavan ad entrare nella coalizione. Si può dire che il virus è stato l'elemento che ha permesso di superare lo stallo politico.
Netanyahu e il responsabile del ministero della sanità Moshe Siman Tov sono stati i due personaggi che hanno condotto le relazioni con il pubblico, comparendo spesso in televisione con una visione apocalittica del virus. Ci hanno terrorizzato e ci hanno chiuso in casa per due mesi. Ci hanno raccontato che si rischiava di trovarsi in una situazione di emergenza con migliaia di malati e malati gravi che il sistema sanitario non avrebbe retto e che rischiavamo di trovarci con un alto numero di morti. Gli israeliani, abituati a ubbidire alle situazioni di emergenza, si sono chiusi in casa con limitazioni decisamente eccessive.
Durante questa fase sia il Primo Ministro che il ministro della sanità hanno infranto le loro stesse regole, il primo invitando a cena suo figlio mentre predicava alla gente di stare chiusa in casa e non vedere figli e genitori. Il ministro della sanità, invece, religioso, ha pregato con più di cinquanta persone in una sinagoga mentre aveva preteso che le sinagoghe rimanessero chiuse. Si può dire che questi due episodi hanno deluso il vasto pubblico. Così, quando ci hanno detto di rimanere a casa e non andare al mare in un giorno di caldissimo Hamsin (vento caldo), il popolo ha deciso di disubbidire alle regole terroristiche riempiendo le spiagge e il mare.
Abbiamo avuto alcuni giorni di euforia perché ritenevamo di essere una delle poche nazioni che avevano resistito al virus con relativamente poche perdite (circa 300 morti). Gli israeliani hanno tolto la maschera e si sono precipitati a riempire i bar e i ristoranti per festeggiare la vittoria sul virus. La reazione pubblica di sollievo è stata come una catarsi collettiva di voglia di vivere dopo due mesi di reclusione e leggi spartane. Il responsabile del Ministero della Sanità si è dimesso per le accuse dei suoi colleghi di aver gestito la crisi con eccessiva paura del disastro. Moshe Siman Tov era di fatto il personaggio che aveva gestito la crisi. Con una velocità eccessiva si sono riaperte le scuole e si è tornati a lavorare: l'uscita dalla fase Uno è stata precipitosa e caotica. Così abbiamo festeggiato la fine del periodo spaventoso. Io stesso mi sono tolto la maschera e sono tornato a lavorare e studiare.
Ma il virus è ricomparso (probabilmente non ci aveva lasciato del tutto).
Ora però gli israeliani non credono più alla versione apocalittica del virus: girano senza mascherine e sono tornati a pregare nelle sinagoghe, sono tornati al ristorante, ai bar e alle birrerie ... Hanno gridato “al lupo, al lupo!” ed ora questa eccessiva chiusura non può più spaventare il pubblico.
Ci eravamo illusi che l'emergenza fosse finita. Non è così. Ora abbiamo un numero molto alto di malati e torna ad essere notevole il numero dei ricoverati in stato grave. Ora è obbligatorio girare con la mascherina. Siccome la gente non si convinceva a tornare a farlo, hanno deciso di fare multe di 200 shkalim a chi fosse trovato senza. Non hanno raggiunto lo scopo e hanno alzato la multa a 500 shkalim. Ora si vede tutta la gente con la maschera, ma la maggioranza la mette senza coprirsi bocca e naso, la tengono sul collo...
A guardare la gente mascherata o con la mascherina sul collo viene da sorridere. Ogni negozio ha all'entrata un avviso che è obbligatorio mettersi la mascherina; poi si vedono tutti con la maschera sul collo. Le cameriere nei ristoranti e nei bar girano con le mascherine abbassate. Chi si siede al bar a bere il cappuccino ovviamente la toglie.
Girano dei poliziotti e danno multe a chi è senza mascherina. Mi trovavo in uno di questi bar a bere il mio meritato cappuccino quando abbiamo visto arrivare i poliziotti. La cameriera ha girato con le mascherine e in un attimo tutti i clienti del bar erano mascherati.
I giovani sono particolarmente restii a rimettersi la mascherina.
Io mi sono comprato due mascherine di stoffa nera - più comode e sopportabili - e giro mascherato. Le metto per salire sull'autobus o per andare al supermercato. Per il resto le metto per non prendere la multa. Come la maggioranza della gente.
Siamo arrivati ad un numero molto alto di malati al giorno. E, mentre ci eravamo vantati di essere tra le nazioni che avevano superato senza danni la prima fase, ora siamo tra le nazioni nella situazione più grave. Certamente la conduzione della crisi nella prima fase è stata gestita con troppo rigore ed ora che il responsabile delle misure gravi si è dimesso siamo senza una figura che diriga la situazione.
Netanyahu ora non può presentarsi più come il salvatore della patria che comanda i suoi sudditi. Ora il governo ha un Primo Ministro ma c'è anche il Vice Primo Ministro che parla con un tono un po' diverso. La situazione economica è disastrosa e ci sono 800 mila disoccupati (il tasso di disoccupazione e del 21%). Tutti concordano sul fatto che non torneremo a misure drastiche e che bisogna fare le solite cose: mascherina, lavarsi le mani e stare a distanza di due metri dalle altre persone.
Dobbiamo vincere il coronavirus (tutti parlano in un linguaggio militare). Ma questa crisi non è diretta e stiamo perdendo. La gente va a lavorare, i bambini sono in vacanza, i disoccupati cercano di organizzarsi per ricevere un sostegno economico dal governo. Io intanto ieri sono andato al cinema dopo tre mesi di pausa, mi sono anche prenotato ad una rappresentazione teatrale. Dovrei venire a settembre in Italia e come molti non so se volerò o meno. Questa è l’atmosfera dominante.
Abbiamo ora un gabinetto di emergenza che si occupa delle misure per affrontare l’epidemia. Ma, come tute le attività di questo nuovo governo, stenta a funzionare per i veti incrociati dei due partiti maggiori, Likud e Kahol Lavan. Secondo le leggi israeliane l’esercito dovrebbe dirigere le situazioni d’emergenza. Ma Netanyahu non molla il controllo della situazione e non permette al suo vice Gantz (ministro della difesa) di prenderla in pugno. Questo governo tentenna e si parla di elezioni possibili … Per ora non sembra che Netanyahu sia interessato alle elezioni.
Nei sondaggi Kahol Lavan crolla e in una eventuale elezione Netanyahu prenderebbe senza dubbio la maggioranza dei voti. L’emergenza Corona è quello che per ora tiene in piedi il governo. L’annessione è stata rimandata (doveva essere fatta il primo di luglio). Sembra che si sia perso il “momentum” e che non si farà, anche per i dubbi che hanno gli americani sulle intenzioni di Netanyahu. Il mondo è contro l’annessione e ora non sembra certa la rielezione di Trump che appoggerebbe il nostro primo ministro nel compiere questo ulteriore passo che distruggerebbe ogni forma di colloquio con i palestinesi.
Insomma, il coronavirus, che ha salvato Netanyahu al primo giro, rischia di farlo cadere al secondo giro.
Dan Rabà
5 luglio
Daniele Portaleone, Colori e luci della sera sul lago, olio su tela
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