Ricordi
Tullio Levi
Un militante in Consiglio
di Manfredo Montagnana
Anche se conobbi Tullio negli ultimi anni ‘50 ed ebbi modo di incontrarlo occasionalmente più volte negli anni successivi, un rapporto più continuativo si stabilì solo verso la fine del secolo scorso quando si impegnò attivamente perché potessi entrare a far parte della Comunità Ebraica di Torino. Credo che l’intervento di Tullio non si dovesse solo alla affinità di carattere e di comportamenti che sono stati alla base di un’amicizia profonda che per me ha significato molto. Penso che Tullio considerasse importante introdurre nella Comunità e nel Gruppo di Studi Ebraici un militante proveniente da esperienze nei gruppi della sinistra, per introdurre maggiore equilibrio nel confronto fra le varie posizioni. In particolare, fu questa motivazione che spinse Tullio a sostenere la mia candidatura in Consiglio.
Il rapporto divenne più stretto quando Tullio tornò a ricoprire la carica di Presidente della Comunità e qui fu naturale che condividessi con lui la linea da adottare con i rappresentanti delle istituzioni e dei partiti della sinistra, visto che da decenni li conoscevo ed ero stato attivo sia in quei partiti sia nella CGIL. Certo la comunicazione fra gli organi della Comunità ed il Comune di Torino, come con altre istituzioni, era compito personale di Tullio e solo occasionalmente qualcun altro ne era incaricato. Visti i risultati ottenuti in tanti anni, mi pare che fosse una scelta assai positiva: sono convinto che le molte attività che coinvolgevano entrambe le strutture si siano svolte nel migliore dei modi grazie proprio ai suoi interventi. Mi ricordo bene della rapidità con cui Tullio si metteva in contatto con il Sindaco di Torino in occasione di iniziative importanti come il Giorno della Memoria e quando contattava componenti dell’UCEI o Presidenti di altre Comunità. Mi ricordo in particolare il suo impegno per superare la fase del confronto sul ruolo e sull’idea stessa di Comunità, fase che si concluse con la chiamata di Eliyahu Birnbaum a coprire l’incarico di Rabbino Capo della Comunità di Torino.
Se siamo in tanti a domandarci come potremo colmare il vuoto lasciato dalla sua scomparsa in tutti gli ambiti comunitari, per me si tratta soprattutto della impossibilità di scambiare sui più vari argomenti le nostre opinioni con chiacchierate che spesso erano brevissime perché ci comprendevamo anche nel silenzio. Finisco queste poche righe ricordando un episodio che mostra come non solo Tullio fosse generoso senza limiti ma si aspettasse da tutti uguale comportamento, un episodio che permette di ricordare la persona di Amos Luzzatto nel momento della sua scomparsa. Una sera avevo invitato a cena vari amici tra cui anche Tullio, il quale aveva Amos e sua moglie ospiti a casa sua: solo all’ultimo momento Tullio si accorse della sovrapposizione e mi telefonò chiedendomi se alla cena poteva portare anche i suoi invitati. Accettai ed ebbi così occasione di conoscere il Presidente dell’UCEI. Mi rimane impresso il fatto che Tullio considerasse ogni evento come un modo per coinvolgere le persone più diverse.
Manfredo Montagnana
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