Ricordi

Tullio Levi

 

 

Tullio Levi e l’ISTORETO

di Luciano Boccalatte

 

Ha lontane radici la partecipazione e l'attività di personalità della cultura ebraica negli organismi dell'Istituto piemontese per la storia della Resistenza. Se già al momento della sua fondazione, nel 1947, scorrendo l'elenco del ristretto organico che ne assicurava il funzionamento incontriamo il nome di Anna Maria Levi, la presenza nel Consiglio direttivo delle figure di Primo Levi, dal 1985 alla scomparsa, e di Lia Montel Tagliacozzo testimoniano tale rapporto che si è concretizzato in iniziative comuni, volte a riprendere e ricordare con seminari e studi la partecipazione ebraica alla Resistenza, la tragedia indicibile della Shoah, la riflessione su come tale storia dovesse essere comunicata ad un più vasto pubblico e soprattutto alle giovani generazioni.

Tullio Levi è stato un continuatore coerente di questo antico legame. Entrò a far parte del Consiglio direttivo nel 2013, un anno dopo quello in cui lo stesso Consiglio mi aveva chiamato a ricoprire la carica di direttore. Era una presenza costante alle riunioni, presenza discreta e riservata, ma dietro questo atteggiamento si percepivano con evidenza le sue qualità di organizzatore di cultura, di uomo dall'impegno generoso. I suoi interventi, sempre equilibrati ma ricchi di tensione morale e di proposte, attente all'evolversi della società e ai pericoli di nuove e antiche intolleranze, sono stati in questi anni un contributo prezioso. Non erano mancati momenti di comune iniziativa anche negli anni della sua presidenza della Comunità ebraica torinese, durante la direzione dell'Istituto di Ersilia Alessandrone Perona. Tra i molti, desidero ricordarne alcuni, diversi tra loro ma esemplificativi del suo modo di produrre conoscenza, a più livelli e con strumenti diversi, con una particolare attenzione alle figure dei protagonisti della stagione resistenziale e della partecipazione ebraica.

Il ricordo di Paolo Diena, dove mi chiese di portare il saluto dell'Istituto in occasione del 25 aprile 2018, organizzato dalla Comunità ebraica e dal Gruppo di studi ebraici, di cui era stato promotore e protagonista, utilizzava la forma dell'azione scenica e della musica per avvicinare anche ai più giovani la figura del “Dottore dai capelli rossi”: un momento di festa, come deve essere l'anniversario della Liberazione, ma non scevro dal ricordo del sacrificio, come quello del giovane studente di medicina che non volle abbandonare i feriti a lui affidati e pagò con la vita la sua scelta.

Oppure, nel giugno dello stesso anno, la presentazione del volume di memoria e ricostruzione familiare della figura di Leo Diena, opera della moglie Anna Grasselli e del figlio Clemente, Una ricerca. Leo Diena: l'antifascismo, la Resistenza, le radici, quando si evidenziò - e mi pare qui di ritrovare uno degli aspetti dell'azione di Tullio - il sommarsi della ricostruzione storica con la memoria affettiva, potente veicolo di comunicazione e di condivisione.

Ma, con un salto all'indietro, all'8 febbraio 2016, voglio ancora ricordare la presentazione del volume di Christoph U. Schmink-Gustavus, Inverno in Grecia. Guerra, occupazione, Shoah 1940-1944. Nella sala della Comunità si coniugarono la ricostruzione storica della tragedia degli ebrei romanioti dell'Epiro, le parole del presidente della Comunità ebraica di Giannina, Moysis Elisaf, e del curatore Davide Shiffer, mentre scorrevano drammatiche immagini e si udivano i canti tradizionali. E moderava e dialogava con i presentatori, in un impeccabile greco, un altro amico che ci ha lasciati, Gianni Perona, che sapeva unire la profondità della sua cultura storica alla scioltezza affascinante dell'eloquio.

Quando, il 27 gennaio di quest'anno, il presidente dell'Istituto Claudio Dellavalle e io, ricevemmo la e mail in cui Tullio Levi ci annunciava, con ferma lucidità e coraggiosa consapevolezza, le sue dimissioni per l'aggravarsi delle condizioni di salute, ne fummo sgomenti. Si concludeva così: “un Istituto la cui funzione è vieppiù essenziale in questi nostri tempi bui. Vi ringrazio per ciò che mi avete dato e vi auguro e mi auguro lunga vita a Istoreto”

Egli è stato con noi, uno di noi, nella nostra “piccola repubblica”: le sue parole ci impegnano e ci confortano nel proseguire sulla strada che è dovere seguire, anche e soprattutto in tempi bui. Onoriamo così la sua memoria e la sua opera.

Luciano Boccalatte
Direttore dell'Istituto piemontese per la storia della Resistenza
e della società contemporanea “Giorgio Agosti”

 

 

 
Carlo Levi, Polemiche elettorali, 14 marzo 1948   Carlo Levi, Due Giugno

 

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