MARZO 2021 ANNO XLVI - 227 ADAR 5781
Israele
Campagna elettorale
Dan Rabà
Come accennato nello scorso numero, c'è stata una spaccatura nel Likud. Gideon Sa’ar, l'unico dirigente del partito che ha osato contestare Netanyahu e che si era presentato nelle elezioni interne come alternativa al leader, alla fine ha dovuto lasciare il Likud (lo avevano isolato e lasciato senza incarichi). Ha fondato un partito, Tikvà Hadashà (New Hope, Nuova speranza), che ha subito avuto successo nei sondaggi arrivando fino alla previsione di 18 seggi. Oggi si attesta sulla previsione di 13 seggi. Alcuni dirigenti del Likud sono passati al nuovo partito. Una minoranza sparuta. Ma la fondazione di questo partito non minaccia il dominio del Likud, che nei pronostici arriva fino a 30 seggi. Sa’ar prende voti essenzialmente da Kahol Lavan, che si è completamente disgregato. Gideon Sa’ar è un dirigente chiaramente di destra, perfino più a destra di Netanyahu. La sua presa sull'elettorato dipende dalla sua onestà e dalla sua critica alla gestione del potere stile Netanyahu. Il passaggio dell'elettorato di Kahol Lavan a Tikvà Hadashà e dunque un ulteriore spostamento a destra dell'elettorato israeliano. Anche nella destra (alla destra del Likud) dinamiche e spaccature. Ma Netanyahu è intervenuto anche in queste elezioni lavorando alla formazione di un partito che comprende l'erede del Rav Kahana [estrema destra razzista, ndr]: Itamar Ben Dvir. Con la sua formazione estremista che nelle elezioni precedenti aveva corso da sola sprecando alcuni voti essenziali alla coalizione di Netanyahu, questa volta si è unito al movimento Noam (gruppo di violenti razzisti che più di destra non si può) e al partito di Bezalel Smutrich che rappresenta i coloni più aggressivi. Naftali Bennet insieme alla sua partner Shaked si presentano come Yamina (La destra) con un programma più moderato che tende a presentare un partito che si rivolge alle nuove generazioni del ceto medio, anche laico. La coalizione di estrema destra di Ben Dvir e Smutrich ha nei pronostici 5 seggi. Yamina, che aveva avuto una punta di 20 seggi nei sondaggi, ha perso voti che sono stati dirottati sul nuovo Tikvà Hadashà. Ora si stabilizza intorno ai 10 seggi.
Sia Sa’ar che Bennet si presentano candidati al ruolo di Primo Ministro. Ma Sa’ar dichiara di essere alternativo a Netanyahu mentre Bennet pur esprimendo critiche molto pesanti al governo e al Primo Ministro non si sbilancia e non afferma chiaramente che non entrerà nella coalizione di Netanyahu. Ciò lo rende l'ago della bilancia nella formazione di un governo. Anche con pochi voti (relativamente) potrà entrare nel governo (sia l'uno che l'altro).
Senza Bennet Netanyahu non avrà i 61 voti necessari a tornare al governo.
La situazione del centro è molto dinamica e instabile. Ci sono troppe sigle di piccoli partiti al limite del quorum (il minimo per entrare in Parlamento è 4 seggi). Benny Gantz insiste nel volersi presentare nonostante molti lo invitino a dimettersi. È rimasto solo, senza Askenazi e senza altri parlamentari che sono passati a Lapid [Yesh Atid, di centro, se ne parlerà più avanti, ndr] o che si sono semplicemente ritirati. Gantz spera che una parte dei suoi elettori del turno precedente comprendano quanto il suo comportamento responsabile abbia difeso molte istituzioni. In realtà Gantz è riuscito a contenere la prepotenza di Netanyahu soprattutto col ministero della giustizia, col ministero della cultura e sport, e col ministero dell'agricoltura. Ma l'elettorato non farà attenzione a questi risultati difensivi e punirà i reduci di Gantz.
Hendel e Hauser sono passati da Kahol Lavan a Tikvà Hadashà. Il ministro della giustizia Nissencor ha lasciato Gantz per entrare in una breve e patetica avventura con il Sindaco di Tel Aviv Huldai: il partito Ha-Israelim (gli israeliani) è durato ben poco. Non ha svolto il ruolo di catalizzatore della "sinistra" ... che non è riuscita a coordinarsi in un unica lista. Qualche cosa di nuovo è successo al partito Avodà con la elezione della nuova segretaria Merav Michaeli. Con abile mossa la Michaeli ha estromesso sia Amir Perez che Itzik Smuli, i due parlamentari dell'Avodà che si erano inseriti nel governo Netanyahu; con questo si è fatta una nuova verginità e si può presentare come partito di sinistra sionista con velleità di governo. (Partecipazione ad una eventuale coalizione anti-Bibi). Nei sondaggi viene data con 6 seggi con la solida certezza di superare il quorum. Il Meretz è al limite del quorum, molti infatti si sono spostati sul nuovo Avodà (compreso chi scrive). Il Meretz non riesce a rinnovarsi e ripete slogan obsoleti. Ora vorrebbe, come Netanyahu, rivolgersi al pubblico arabo. Hanno inserito due arabi tra i primi posti della loro lista, e si presentano come il ponte col settore arabo.
Grande successo di Netanyahu: la spaccatura della Lista Araba Unita: il partito islamico non si vuole presentare insieme agli altri partiti arabi; da 14 seggi sono scesi a 9. Netanyahu improvvisamente ha scoperto l'esistenza dell'elettorato arabo e si è messo seriamente ad investire (soldi del governo) per sedurre gli "ingenui": pare che la mossa gli faccia guadagnare due seggi rubati alla Lista Araba Unita.
Si presenta nel campo anti-Bibi anche l'economista Zelika che vuole riuscire a passare il quorum ed essere il nuovo Ministro del Tesoro. È indubbiamente un tecnico geniale, ma anche lui non ha abbastanza esperienza politica. E si teme disperderà altri voti del campo anti-Bibi.
Così abbiamo di nuovo una situazione di stallo politico: al momento nessuno ha i numeri per fare un governo. Manca poco più di un mese alle elezioni e si aspetta qualche sorpresa che movimenti la situazione.
Non a caso ho dimenticato Lapid!!! In realtà la vera alternativa a Netanyahu, il suo partito Iesh Atid (Abbiamo un futuro) nei sondaggi sale e si piazza come secondo partito dopo il LIkud. Quindi se Bibi non raggiunge i 61 seggi Lapid sarebbe il leader del secondo partito e il candidato al governo. Non credo sia possibile creare un governo che comprenda sia le destre (anti-Bibi) sia il centro e i reduci della sinistra. Più probabile a mio avviso un nuovo evento nel Likud che spodesti Netanyahu nel caso non vincesse. Netanyahu gioca bene le sue carte e difende il suo trono con aggressività e prepotenza. A mio avviso il politico stile Netanyahu ha ancora una presa sul pubblico israeliano. Politici come Sa’ar o Lapid non convincono.
Nell’indifferenza generale si avvicina il giorno delle elezioni, mentre la gente si preoccupa per il proprio futuro economico. Gli israeliani hanno una gran voglia di riprendersi la vita del dopo-Coronavirus. Far spese, vacanze, uscire nei ristoranti... in questi mesi di austerità imposta la gente ha risparmiato un po' di soldi che ora vuol spendere e godersi la riapertura del tessuto sociale. Poca voglia di ascoltare le baruffe televisive dei leader dei partiti. Speriamo che il 23 marzo la gente esca a votare!
Vignetta di Davì
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