MAGGIO 2021 ANNO XLVI - 228 SIVAN 5781

 

 

Prima pagina

 

Renderò numerosa la tua progenie come le stelle del cielo

di Beatrice Hirsch

 

Questa pandemia mondiale, che ormai da un anno ci coinvolge tutti in prima persona, ci ha travolti, sradicati, fatto vorticare inermi e non sembra avere intenzione di lasciarci tornare a terra. Anche i più ottimisti, i più buon-pensanti purtroppo sembrano continuare a ripetere frasi che ormai son diventate monotone e che non hanno più nessun effetto positivo sul nostro stato d’animo; mentre una volta gli arcobaleni alle finestre, gli applausi, le canzoni e gli “andrà tutto bene” ci riempivano il cuore di una forte sensazione di comunità, oggi tendono principalmente ad irritarci per la loro ingenuità. Però qualcosa sta cambiando nell’aria finalmente e solo ora forse me ne sono potuta rendere conto.

I giovani adulti sono i principali protagonisti di questa epoca, eppure non ricevono l’attenzione che meriterebbero, sono coloro i quali avrebbero dovuto iniziare a vivere le loro prime scelte importanti, sono quelli che si sarebbero dovuti rendere indipendenti dalla famiglia trovando la propria strada, sono quelli che sarebbero dovuti partire per fare un’esperienza all’estero e soprattutto sono quelli che si aspettavano di poter raccogliere ancora tanti insegnamenti da quei genitori e nonni che invece li hanno lasciati prima del previsto. Tutto quello che prevedevano per questi anni non c’è più, eppure si stanno rialzando e sembrano più forti di prima.

Non sono sempre così positiva, anzi, ci son momenti in cui ho davvero paura che questa pandemia possa stroncare la nostra voglia di vivere, il nostro senso di appartenenza al paese e al popolo ebraico, ma in queste ultime settimane sono tornata a vedere il futuro più luminoso. Ieri si è concluso il XXVI Congresso dell’UGEI ed è forse questo che ha contribuito ad aprirmi gli occhi. Sessanta ragazzi da tutta Italia sono stati 24 ore incollati allo schermo cercando di vivere il più profondamente possibile questa esperienza anche se nemmeno paragonabile ai congressi a cui siamo abituati. L’atmosfera però era davvero inaspettatamente attiva e partecipe, era evidente la voglia di cambiamento, la voglia di riattivarsi e non vivere più passivamente gli eventi che ci circondano. Molti di noi addirittura sono riusciti a seguire il Congresso mentre nelle rispettive città di Roma, Firenze e Torino si apprestavano a consegnare pacchi di Pesach per conto delle Comunità. Il culmine si è raggiunto secondo me quando siamo arrivati al momento delle elezioni, mai avrei pensato che, in una situazione come quella in cui ci troviamo, così tanti amici si sarebbero candidati (o ricandidati) con così tanto entusiasmo ed energia per entrare a far parte del nuovo Consiglio UGEI 2021.

È il momento del cambiamento, i giovani si sono risvegliati dal torpore che li aveva travolti e che mi aveva messo tanta paura.

Questa non è l’unica prova che ho perché negli ultimi mesi sono entrata in contatto e a far parte di un buon numero di gruppi differenti che casualmente proprio ora sembrano tutti riattivarsi: c’è il gruppo di giovani italiani contro l’occupazione in Cisgiordania, il gruppo di amici italiani con cui programmiamo come creare una comunità shomrica[1] per giovani adulti, ed altri anche a livello europeo. Personalmente mi sto impegnando con altri miei amici del GET (Giovani Ebrei di Torino) in un progetto di interviste che esponga le tante realtà di attivismo ebraiche e giovanili, create spesso dai giovani per i giovani, ed è incredibile quante ne abbia trovate: c’è l’UGEI con Hatikwa e Rewibe, poi c’è la EUJS, c’è la WUJS e ci sono JOImag, Moishe House, Mada Advance[2], tutti i gruppi locali nelle varie città italiane e molte altre organizzazioni interessanti.

Tanti ragazzi e ragazze che hanno scelto le proprie priorità, hanno messo la loro identità ebraica italiana in prima posizione e hanno rinunciato ad opportunità lavorative e di studio all’estero, alcuni addirittura sono pronti a tornare in Italia, per mettersi in gioco qui, altri si preparano a partire ma non hanno nessuna intenzione di sciogliere i rapporti di collaborazione.

Il 2021 secondo me sarà destinato (spero) a segnare uno scontro generazionale forte, mi risulta impossibile infatti non notare il contrasto evidente assistendo ad una serata con Rav Di Segni sui ghiurim oppure leggendo di quello che è successo al consiglio della Comunità di Milano, per esempio. I più anziani si stanno arroccando sempre di più sulle loro posizioni conservatrici per proteggersi dal cambiamento imminente e inevitabile, cogliendo ogni occasione per screditare il lavoro dei tanti giovani ebrei attivi oggi per un ebraismo diverso e molti giovani mi sembrano non essere più compatibili con queste realtà. Il cambiamento è bene e i giovani di oggi sono l’unica speranza che il popolo ebraico ha per un futuro florido e per permettere che la promessa divina fatta ad Abramo si mantenga: “Io ti benedirò, e renderò numerosa la tua progenie come le stelle del cielo, e come l’arena ch’è sulla riva del mare” (Vayerà, 22.17).

Spero che gli adulti si rendano presto conto di tutto questo e che i giovani continuino nel grandissimo lavoro che stanno facendo e che il loro forte sentimento di appartenenza al popolo ebraico non si affievolisca, perché ora più che mai ce bisogno di energia e di gioventù per risollevarci tutti insieme.

 

Beatrice Hirsch


[1] basata sugli ideali e valori del movimento giovanile Hashomer Hatzair

[2] UGEI (Unione giovani ebrei d’Italia), Hatikwa (organo ufficiale di stampa dell’UGEI), Rewibe (nuovo dipartimento dell’UGEI dedicato all’organizzazione di eventi di aggregazione),  EUJS (European Union of Jewish Students), WUJS (World Union of Jewish Students), JOImag (magazine di cultura ebraica contemporanea), Moishe House (progetto di coabitazione e organizzazione di attività ebraiche giovanili), Mada Advance (dieci giovani ricercatrici, riunite con l'obiettivo comune di divulgare e spiegare i progressi nel settore scientifico).

 

 

 

Jonathan Ventura, Gerusalemme

 

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