MAGGIO 2021 ANNO XLVI - 228 SIVAN 5781
Libri
Gli ebrei e l’Unità d’Italia
di Manfredo Montagnana
Conviene fare una premessa che consentirà una lettura consapevole di questo lavoro. In primo luogo deve essere chiaro che si tratta di una ricerca storica/bibliografica di livello accademico, richiedente quindi un interesse reale per l’argomento e una certa concentrazione nella lettura. Proprio per questo motivo, mi pare particolarmente lodevole l’iniziativa dell’Archivio Ebraico Terracini di raccogliere studi di tale rilievo, una iniziativa che ricorda il principale obiettivo del Gruppo di Studi Ebraici: “il confronto delle opinioni sui principali temi di cultura e di attualità nell'ebraismo”.
Dall’approfondita analisi dei documenti riguardanti la preparazione, lo svolgimento e gli effetti dei due Congressi Israelitici di Ferrara nel 1863 e di Firenze nel 1867 emergono le difficoltà oggettive incontrate dagli ebrei italiani nell’affrontare i grandi mutamenti creati dalla conclusione del processo di unificazione del paese. In primo luogo, pesarono notevolmente i differenti ordinamenti negli stati esistenti prima del 1860, con particolare riferimento al Regno di Sardegna dove già dal 1848 era stata realizzata la emancipazione degli ebrei e dove vigeva dal 1857 la Legge Rattazzi che attribuiva piena autonomia amministrativa e funzionale alle Università israelitiche. In molte altre realtà vi fu una estesa opposizione all’estensione di tale legge nei territori annessi al Regno di Sardegna. A ciò si aggiungevano i contrasti tra liberali e conservatori, tra chi accettava l’apertura a qualche riforma sul piano strettamente religioso e chi difendeva la tradizionale ortodossia. Per comprendere il contesto del confronto, può essere utile fermarsi sulla tabella a p. 62 che contiene la distribuzione degli ebrei nelle città partecipanti ad un sondaggio preparatorio del Congresso di Firenze: la maggiore concentrazione si ha a Livorno con oltre 4300 iscritti, mentre Modena ne ha 2000 e Ancona oltre 1500, in confronto con i 2000 di Firenze ed i quasi 2000 di Torino. Naturalmente non sono compresi gli ebrei di Roma e delle altre città dello Stato Pontificio.
Nell’intenso dibattito su questi temi ebbero un ruolo di primo piano diversi rappresentanti piemontesi tra i quali i rabbini Lelio Cantoni, Graziadio Treves,Davide Terracini, Beniamino Artom, Marco Momigliano, Marco Levi, Donato Bachi, Alessandro Foa ed inoltre Giuseppe Levi, direttore della rivista L’Educatore Israelita, con i laici Moisé e Alessandro Malvano e Giacomo Dina. Accanto a loro, da altre parti del Regno intervennero, sia pure su posizioni diverse, esponenti importanti come Vittorio De Rossi e Isacco Rignano di Livorno, Alessandro Liuzzi di Reggio Emilia, Dante Coen di Firenze.
Il Congresso di Ferrara si era concluso assegnando il compito di eseguire le deliberazioni ad una Commissione esecutiva che lavorò intensamente negli anni successivi fino al Congresso di Firenze, senza tuttavia raggiungere risultati concreti. Come ribadisce Alberto Cavaglion nella sua Postfazione, i rappresentanti dell’ebraismo italiano non riuscirono a risolvere i problemi posti dalla nascita dello stato italiano nello spirito cavouriano del “libera chiesa in libero stato” e si dovette attendere fino all’intervento di Mussolini nel 1931 per avere un dispositivo legislativo sulla organizzazione delle Università Israelitiche.
Del testo fanno parte, oltre all’intervento di Ida Zatelli ed alle relazioni di Stefania Dazzetti e Luana Elda Funaro, anche una ricerca di Asher Salah sul progetto di sinodo rabbinico di Marco Mortara ed una rilettura da parte di Alberto Legnaioli delle carte dell’Archivio Terracini relative alla figura di Lelio Cantoni.
Pare infine doveroso sottolineare il valore rilevante del progetto dell’Archivio Ebraico Terracini, presentato qui da Chiara Pilocane, diretto alla realizzazione di percorsi tematici sul web che rendano agevole la consultazione anche da parte di un pubblico più ampio dei soli specialisti.
Manfredo Montagnana
Chiara Pilocane, Ida Zatelli (a cura di), I rabbini piemontesi e il Congresso israelitico di Firenze (1867), Postfazione di Alberto Cavaglion, ed. Salomone Belforte & C, 2020, pp. 203, € 20
Share |