LUGLIO 2021 ANNO XLVI - 229 AV 5781
Storia
Opporsi alla conversione
Nel Vocabolario Treccani alla voce “Identità” è scritto: “Di persona, l’essere appunto quello e non un altro”. L’identità è ciò che siamo, è essere noi stessi e questo è il motivo per cui esistono persone pronte a sacrificare tutto ciò che hanno pur di non perdere la propria identità. Pacifica Citoni Di Castro, la protagonista del libro di Susanna Limentani, Opporsi alla Conversione. Pacifica Di Castro ebrea romana del XVII secolo, edito da Amazon, ne è un fulgido esempio. Non a caso l’autrice la definisce “una donna tenace ed ostinata”.
È vissuta nel ghetto di Roma a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, quando l’incubo dei battesimi forzati era un pericolo quotidiano. Nessuno era al sicuro, adulti e soprattutto bambini, in quanto chiunque poteva essere “offerto” – questo era il termine specifico utilizzato nei documenti – e l’offerta poteva provenire da estranei e conoscenti, ovvero parenti stretti e lontani, ad esempio uno dei due genitori, un fratello, un nonno, uno zio, un nipote, un cugino, un tutore designato tale dal padre morente.
Limentani, durante la frequenza del Corso di Laurea in Studi Ebraici dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto la guida della prof.ssa Micol Ferrara, è venuta con la sua classe presso l’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma (ASCER) “Giancarlo Spizzichino” per studiarne la documentazione e per puro caso le è capitata la storia di Pacifica Citoni sposata Di Castro che aveva due figli: si è appassionata ad essa, su di essa ha realizzato la tesi e poi pubblicato il libro.
Il documento studiato è conservato nella sezione Archivio Medievale e Moderno, Fondo Università degli Ebrei di Roma, Serie False accuse, battesimi forzati e catecumeni. Tale serie è composta da 138 fascicoli che coprono l’arco cronologico compreso tra il 1540 e il 1880. Non a caso la maggior parte dei fascicoli riguarda tentativi di conversione forzata di bambini (Sottoserie Controversie giudiziarie e Suppliche). Solo per citare un paio di esempi: nel 1763 la nonna Ester offrì alla Chiesa i nipoti – figli di Isacco ed Allegrezza Serena – Stella (3 anni), Ester (6 anni) e, senza che i genitori lo sapessero, anche il nipotino che doveva ancora nascere. Nel 1783 Angelo (11 anni) e Sara (7 anni) Terracina, orfani dei genitori Mosè e Pazienza oltre che dei nonni e degli zii paterni, furono offerti dal neofita e sacerdote Annibale Albani, cugino del padre, e dalla neofita Francesca Cherubini (già Mazaldò Terracina), loro prozia ovvero sorella del nonno defunto Angelo Terracina. E non si era liberi neanche di fare una tranquilla passeggiata, infatti a Modena, nel XVIII sec., il piccolo Samuel Salmona fu strappato al padre Abram mentre camminava per strada e portato dal parroco in Chiesa, ma fortunatamente il padre lo ritrovò in tempo e lo riportò a casa prima che fosse battezzato.
Nel caso di Pacifica è il marito, Samuel Di Castro, figlio di Angelo, che fu convertito quando aveva 48 anni, il 24 novembre 1694, da Crisante Cozzi, parroco di S. Salvatore ai Monti e rettore della Casa dei Catecumeni, assumendo il nome di Carlo Antonio Fadulfi probabilmente dal Cardinale Giuseppe Sallustio Fadulfi (1641-1699, arcivescovo di Amelia in provincia di Terni, ed Ascoli Piceno). Egli donò Pacifica e i quattro figli, due della prima moglie e due (un maschio e una femmina) della seconda. I bambini furono battezzati il 5 dicembre 1694 perché minori quindi sub potestate paterna. Lei resistette e non abiurò, ma il marito non si arrese e tornò più volte nel ghetto, malgrado fosse proibito ai neofiti. Il comportamento dei neo convertiti verso la famiglia di origine arrivò fino a ricattare i propri familiari con la minaccia di donare, ad esempio, i propri fratelli, come leggiamo in un altro documento conservato nell’ASCER, una supplica affinché si proibisca ai proseliti di entrare nel ghetto, in cui si parla nel caso del neofita Filippo Adriani che, nel 1727, più volte estorse denaro ai propri genitori con la minaccia di offrire le sorelle.
Ripetutamente il Samuel andò nel ghetto, anche con i figli, e per questo le traversie di Pacifica furono molteplici: dopo essere stata reclusa per 40 giorni nella Casa de’ Catecumeni subendo fortissime pressioni psicologiche per convincerla a convertirsi, venne numerose altre volte portata via con la forza da casa sua dalle guardie papali e rinchiusa anche presso il Conservatorio della Divina Clemenza, situato al civico 9 di Palazzo Velli, detto "il Rifugio" per l'assistenza delle giovani povere votate alla religione, e alla Casa de Sustituti Fiscali del Tribunale del Cardinal Vicario, dove fu ispezionata dalle mammane per verificare se fosse in stato interessante, in quanto il marito “più volte con violenza tentò di sforzarla al commercio carnale”.
La donna fece ricorso al Reverendissimo Prete Commissario il quale le rispose che avrebbe provveduto affinché il marito non rientrasse più nel ghetto e, il 17 giugno 1695 “fu data facoltà al Cardinal Vicario di procedere contro detto Neofito”. Purtroppo, allo stato attuale delle ricerche, non sappiamo altro circa la sorte di Pacifica, del marito e dei figli.
La vicenda è sicuramente complessa e proprio per questo i primi due capitoli del libro introducono il contesto storico riguardante il periodo del ghetto a Roma e i rapporti tra ebrei e cristiani, mettendo in evidenza l’argomento delle conversioni forzate, mentre il terzo e il quarto sono dedicati alla storia di Pacifica e alla trascrizione del documento. “Ritengo doveroso precisare – scrive la prof.ssa Ferrara nella prefazione – che non c’è alcuna pretesa di esaustività nel lavoro oggi presentati dall’autrice che, al contrario, con grande umiltà e non poca preoccupazione ha investito tempo, energie, nel cercare di restituire ‘dignità’ a Pacifica Di Castro”.
Un volume che parla di identità, violenza, resistenza, resilienza, donne, bambini, uomini violenti, una storia strappata all’oblio. Tante altre sono nascoste nella documentazione dell’ASCER, vicende di persone che sono passate attraverso le vessazioni durante il ghetto, l’ingente partecipazione ebraica al Risorgimento, l’emancipazione, l’ampia adesione degli ebrei alla Prima Gerra Mondiale e le persecuzioni e deportazioni durante la Seconda Guerra Mondiale: una fonte incredibile di notizie ancora da studiare e approfondire che riguarda non solo gli ebrei. Non a caso, infatti, nel 1981, il Ministero per i Beni Culturali ha dichiarato l’ASCER di “notevole interesse storico” ovvero importante per la Nazione tutta.
Silvia Haia Antonucci
Susanna Limentani, Opporsi alla Conversione. Pacifica Di Castro ebrea romana del XVII secolo (Amazon 2021)
Pierfranco Fabris, Sinagoga di Roma
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