DICEMBRE 2021 ANNO XLVI-231 TEVET 5782

 

 

Israele

 

 

Quadrare il bilancio

Claudio Millul

 

 

L'insostenibile leggerezza dell'essere

Sento nell’aria una strana sensazione kunderiana di insostenibile leggerezza dell’essere. Pensavo ingenuamente che farvi partecipi del dialogo sull’approvazione definitiva in parlamento del bilancio biennale 2021-2022 (dopo tre anni di conduzione economica del paese “alla cieca”, gli anni del Covid) fosse all’apice dell’uptodate. Di fatto, passato meno di un mese, l’evento storico” si è dileguato nel profumo delle sufganiot di Chanukkà, tra l’eco delle trattative di Vienna sull’accordo con l’Iran, la nuova variante omicron del coronavirus, il viaggio all’estero della famiglia di Bennett… bla, bla, bla: di bilancio non se ne parla proprio più . Ma l’“essere” si farà sentire nei prossimi anni.

Eppure è stato davvero un fatto importante, anche se la sua valutazione si deve articolare su due prismi di criteri diversi: quello politico e quello economico. Sul piano politico non c’è dubbio che si tratta di un grosso successo del nuovo governo di Bennett, sia per l’assicurazione della continuità della coalizione, che è riuscita a superare l’ostacolo più pericoloso sulla sua strada stretta e accidentata, sia per la rinnovata stabilità della vita del Paese, dopo tre anni di incertezze e decisioni “intuitive”. Il vice primo ministro Lapid ha riassunto felicemente questo successo con poche frasi chiare e concise: “Abbiamo assunto responsabilità e mantenuto la promessa. L’approvazione del bilancio 2021-2022 è una vittoria per tutto il Paese senza distinzione tra maggioranza e opposizione.”

Sul piano economico la valutazione è necessariamente più complessa, investendo sfaccettature diverse del prisma: sul piano della ripresa, dello sviluppo, dell’equità fiscale, della scelta delle priorità e delle politiche sociali. È chiaro quindi che qui le opinioni non solo sono controverse, ma anche mutevoli lungo tutto il processo di approvazione: dall’approvazione preliminare del governo, la prima presentazione in parlamento, le discussioni nelle diverse commissioni parlamentari, e infine l’approvazione definitiva nella notte tra il 4 e il 5 novembre.

È importante sottolineare che il processo di discussione ed elaborazione nelle commissioni parlamentari ha apportato notevoli modifiche al bilancio originale proposto dal ministero del Tesoro, influendo non solo sulle modalità di applicazione, ma anche in alcuni casi sulla connotazione politica di soggetti o decisioni controversi. Solo questo, in una coalizione in cui le spaccature politiche non dividono soltanto maggioranza e minoranza, ma sono profonde anche nell’ambito della stessa coalizione, costituisce di per sé un successo notevole, che si riflette in un clima politico meno manicheo e più pragmatico nel dialogo con i media e nel Paese tutto.

 

I fatti: quello che si vede da qui non si vede da lì

59 Voti favorevoli contro 56 contrari. Un budget di 885 milioni di nis [New Israeli Shekel, ndr] – 432.3 per il 2021 e 452.5 per il 2022 – il più alto registrato fino ad ora. Il ministro del Tesoro Lieberman lo ha definito (con un’espressione molto discussa) “il bilancio più sociale mai approvato”. E di fatto per i servizi sociali sono stati stanziati per il biennio 410 miliardi di nis, circa il 50% del bilancio totale. Di questi 97 miliardi (11%) per il biennio sono stanziati per il ministero della salute pubblica, dei quali 12 miliardi per le spese collegate al Covid. Molto inferiore rispetto ai servizi sociali lo stanziamento per le spese militari e per la sicurezza pubblica: 190 miliardi di nis, meno del 20%. 60 miliardi annuali serviranno per i rimborsi di prestiti che andranno aumentando di anno in anno nei prossimi 100 anni, a spese dei nostri nipoti e pronipoti.

Dalla parte della coalizione gli elogi non sono piovuti solo dai leader dei partiti di governo (il ministro della difesa Gantz: “Sono profondamente fiero di far parte della conduzione di questo governo che ha saputo mettere Israele prima di ogni altra cosa”, il ministro degli esteri Lapid, e in genere tutti gli esponenti principali dei partiti), ma anche dal leader del partito islamico Ra’am” Mansour Abbas (partecipe alla coalizione ma non al governo) che su twitter ha scritto: “Un messaggio di speranza per i cittadini di tutto il Paese. Per la prima volta nella storia dello Stato un partito arabo ha preso parte attiva e centrale nella composizione della coalizione e nell’approvazione del bilancio. Questo è un passo importante nel processo di integrazione politica e attuazione del diritto di partecipazione civile e di responsabilità collettiva a favore di tutti i cittadini ebrei ed arabi. Ra’am continuerà a promuovere un dialogo aperto conciliatore e responsabile tra tutti i cittadini del Paese.

Non stupisce che dall’altra sponda della barricata gli accenti siano diametralmente opposti: la prima reazione di Bibi nella seduta del partito dopo l’approvazione del bilancio è stata più che esplicita: “In vita mia non ho visto un bilancio peggiore di questo, pieno di pesanti stangate economiche, tasse e aumenti di prezzi” e ha dato il via a una nuova serie di aspre critiche dell’opposizione. Il parlamentare Shlomo Kari (Likud) ha esordito: “Il governo della truffa è riuscito a far passare un bilancio che colpisce i più deboli, contrario all’ebraismo e al carattere ebraico dello stato, calpestando il poco che è rimasto della democrazia del Paese dopo lo strapotere della Corte Suprema”. Il presidente del partito sionista religioso Bezalel Smotrich ha aggiunto: “Abbiamo forse perso questo combattimento, ma con l’aiuto del Signore vinceremo la nostra battaglia”. Più violenta la critica del partito Yahadut HaTora: “La coalizione della malvagità ha approvato con una maggioranza stiracchiata, imposta e artificiale un bilancio cattivo e crudele, senza alcuna misericordia né messaggio, in nessun campo al di fuori dei gatti, dei riformisti e degli organi estremisti”.

Ed effettivamente il nuovo bilancio, redatto dal più accanito oppositore allo strapotere ortodosso, il ministro del Tesoro Lieberman di Israel Beitenu, non sazia certamente le bocche sempre affamate dello sterminato gregge ortodosso (nonostante emendamenti dell’ultima ora abbiano approvato un appannaggio straordinario alle yeshivot ed alle scuole dei partiti religiosi). Ma il vero schiaffo morale (come si legge tra le righe delle reazioni) sta più che nelle restrizioni degli stanziamenti nella limitazione dei settori di influenza dell’establishment ortodosso, sigillata dalle significative riforme legislative approvate in connessione con il bilancio.

Cambiamento di rotta

Infatti probabilmente le vere svolte significative che indirizzano il cambiamento di rotta del nuovo governo vanno ricercate nelle riforme legislative approvate in concomitanza col bilancio: 40 disposizioni legislative in campo sociale, normativo, fiscale, finalizzate alla riduzione delle spese (compresa la riduzione del carovita), aumento delle entrate, e aumento dell'efficienza della gestione pubblica. Ricorderò qui alcune tra le più salienti:

La riforma sulla casherut

Finalità: abolizione del monopolio del rabbinato ufficiale e diminuzione dei prezzi dei prodotti che saranno riconosciuti csherim.

 La riforma - promossa dal ministro dei servizi religiosi Mattan Cahana del partito di Bennett “Yamina” - apre il mercato dei prodotti casher alla libera concorrenza a partire dal gennaio 2023. Istituzioni private potranno rilasciare certificati di casherut secondo standard diversi, secondo le definizioni e con l’approvazione del Rabbinato, in base alle diverse richieste del pubblico che si serve di quei prodotti. I prezzi dei certificati, e di conseguenza quelli dei prodotti o dei servizi, varieranno a discrezione dei nuovi attori sulla scena. Parallelamente saranno ridefiniti i criteri riguardo alla casherut dei prodotti d’importazione, come pure le mansioni e le qualificazioni richieste dai mashghichim, i sorveglianti. Chiaramente si tratta di una vera e propria rivoluzione che sconvolgerà l’apparato esecutivo stragonfio del Rabbinato ufficiale, e aprirà le porte a diverse tendenze religiose – anche all’interno dell’ortodossia – e a diversi pubblici finora esclusi da questo settore con un volume di affari che ammonta a molti miliardi di nis.

Innalzamento dell’età di pensione delle donne

Finalità: permettere alle donne di continuare a lavorare fino a 65 anni - invece che ai 62 attuali - ed aumentare di conseguenza la forza di lavoro.

Questo passo - che sotto la pressione dei partiti sensibili agli aspetti sociali ha subito varie modifiche nell’ambito delle commissioni parlamentari - verrà realizzato gradualmente nell’arco di 11 anni, tenendo presenti le specifiche esigenze dei diversi settori dell'occupazione femminile, e promuovendo in parallelo l’apertura di corsi di riqualificazione professionale specifici. La sua esecuzione dovrà prevenire ogni tipo di danno, e assicurare la protezione alle categorie meno privilegiate di lavoratrici.

D’altra parte l’aumento continuo della durata della vita, e di conseguenza della durata degli anni di pensione, richiedeva urgentemente provvedimenti per arginare il debito pubblico, con un risparmio annuale di oltre mezzo miliardo di nis.

La riforma dell’imposta sull’eccesso di traffico

Finalità: riduzione della enorme pressione del traffico nel centro del Paese, che genera perdite paurose in termini di ore di lavoro e di gestione delle infrastrutture.

La legge, che entrerà in vigore nel 2025, stabilisce il pagamento di un’imposta per ogni veicolo che entra nei tre anelli della conurbazione metropolitana di Tel Aviv nelle ore di punta del mattino, 6.30–10.00, e del pomeriggio, 15.00-19.00. Saranno naturalmente esonerati dall’imposta i mezzi di trasporto pubblici e di sicurezza e i veicoli con targa di invalidità.

Riforma sull’importazione

Finalità: aumento della concorrenza e risparmio sui costi di migliaia di prodotti di consumo.

La legge ha lo scopo principale di semplificare la regolamentazione burocratica sull’importazione in Israele di prodotti di consumo, in particolare prodotti alimentari e cosmetici, e permettere, tra l’altro, “percorsi d’importazione diretti” sulla base del rispetto delle richieste dell'Unione Europea. Contemporaneamente si è deciso di allineare la regolamentazione sull’efficienza energetica dei prodotti elettrici con le richieste degli standard europei. La riforma entrerà in vigore già dopo il prossimo semestre, e secondo le previsioni potrà influire sul risparmio dei consumatori per la cifra considerevole di 6 miliardi di nis all’anno.

Riforma sui nidi d’infanzia

Finalità: aumentare la proposta di sedi per i nidi d'infanzia e di conseguenza del livello di occupazione femminile.

I nidi posti in edifici di abitazione non dovranno più essere sottoposti all’iter di cambiamento di destinazione secondo la legge sulla progettazione, con notevole risparmio di tempi e di costi nella gestione dei nidi.

Aumento delle pensioni di invalidità

Finalità: aumento del livello di vita dei cittadini disabili sia attraverso il contributo diretto sia attraverso l’incentivazione del lavoro per handicappati.

Nonostante l’aumento stabilito sia sensibilmente inferiore alle richieste iniziali delle organizzazioni impegnate da anni in questa importante battaglia civile, si tratta di un aumento di circa il 10% che porterà la pensione a un massimo di 3.700 nis, e non intaccherà gli introiti degli handicappati che lavorano fino a un tetto di 5.300 nis, pari allo stipendio minimo legale. Il budget per questi aumenti sarà di circa 2.7 miliardi di nis. Alex Fridman, presidente fondatore dell’organizzazione “Handicappato non è mezzo uomo” che rappresenta la maggioranza del pubblico non abile, ha reagito a questo accordo dicendo: “abbiamo fatto storia. A questo punto tutte le rivendicazioni principali sono state ottenute, e la battaglia iniziata nel 2015 si può dire attualmente conclusa.”

Come si può vedere da questi pochi esempi il raggio degli interventi è vasto e differenziato: se sia anche equilibrato dipende dai punti di vista, e non meno dalle modalità e dai tempi di attuazione.

 

Cosa si dice per la strada

È interessante paragonare la giustificata soddisfazione di Mansour Abbas per i successi ottenuti dal settore arabo nella redazione del bilancio con il grido di allarme sventolato dagli oppositori riguardo al presunto diktat che l’alleato esterno della coalizione governativa avrebbe imposto nelle trattative economiche. 32 miliardi di nis sono indubbiamente una cifra ragguardevole che può portare a un salto qualitativo nella vita della popolazione araba nei prossimi anni. Ma se mettiamo le cose in proporzione si tratta del 3.6% del bilancio complessivo, distribuito in decine di paragrafi in tutto l’ambito dei budget dei diversi ministeri. Uno sguardo veloce riscontra 9.4 miliardi nel bilancio dell’educazione, 3.5 miliardi in quello dell’ edilizia, della progettazione e della protezione ambientale, 2.5 miliardi per la lotta contro la violenza, 2 miliardi per lo sviluppo dell’occupazione e di nuove zone industriali, 2 miliardi per il miglioramento delle infrastrutture, 1.3 miliardi per servizi sanitari e attrezzature sportive, e ulteriori 12 miliardi sbriciolati in miriadi di capitoli dei bilanci settoriali diversi. Senz’altro si tratta dell’inizio di una svolta significativa nel processo di riequilibrio sociale delle diverse componenti etniche della popolazione israeliana, ma da qui a parlare di “bomba a orologeria” o di “svendita del carattere ebraico del Paese", o di “tradimento dell’ideale sionista” c’è un abisso obiettivo che sfocia in demagogia vera e propria.

Ma il più onesto e appassionato commento fatto a questo bilancio va attribuito probabilmente al ministro degli esteri Yair Lapid, il fautore principale di questa coalizione che continua in ogni occasione a difendere con i denti:

"I cittadini che ci hanno dato il mandato sono diversi, ebrei/arabi, destra/sinistra, laici/religiosi. Sono diversi ma nella grande maggioranza dei casi vogliono le stesse cose: un posto di lavoro con un compenso onesto, un’abitazione a un prezzo accessibile, un ambiente confortevole, e soprattutto un futuro migliore per i loro figli. Il bilancio approvato è per poliziotti e vigili del fuoco, per insegnanti, maestre d’asilo e aiutanti, per medici, infermieri, camerieri, cassieri, artisti dei diversi settori culturali ... E così pure per piccoli imprenditori che devono decidere domani se tirare giù la saracinesca o assumere un nuovo impiegato e cercare di allargare il giro di affari. Questo bilancio è una vittoria comune. Da molto tempo non ne avevamo una." E rivolgendosi all’opposizione ha proseguito: “Va bene che votiate contro, è vostro diritto, ma è comunque una vittoria comune, di noi tutti, contro il Covid, contro le controversie politiche, contro le parole di odio reciproco."

 

E cosa si dirà domani?

Guardando un passo più avanti non ci si potrà ancora accontentare per molto del successo ottenuto con la conclusione della crisi politica. Il momento dell’approvazione del bilancio rappresenta anche l’inizio della resa dei conti per il nuovo governo, che dovrà dare già nel prossimo futuro risposte concrete ai problemi più urgenti che preoccupano la cittadinanza:

Nell’ambito della sicurezza la recrudescenza del pericolo iraniano e la condotta del governo nel complesso gioco di equilibri e di interessi delle diverse potenze mondiali.

Nell’ambito politico il consolidamento pratico degli «Accordi di Abramo» che rafforzi un nuovo equilibrio nella mappa geopolitica mediorientale.

Nel settore economico la nuova impennata dei prezzi delle abitazioni, che non potranno stabilizzarsi se non con un aumento drastico della proposta sul mercato di appartamenti da acquistare o affittare.

Nell’ambito dell’ambiente le conseguenze e i provvedimenti richiesti per far fronte alla crisi del riscaldamento globale, a livello di uso del suolo, riduzione del traffico privato, regolazione dei fattori di inquinamento, ecc.

E infine nel settore sociale, in cui spiccano come problemi principali ed urgenti due strategie di sviluppo: l’integrazione della popolazione araba nel tessuto economico e politico del Paese, che equilibri i dislivelli sociali e trovi riscontro in una drastica riduzione della violenza nel settore e in una restaurata fiducia nella sicurezza personale.

Parallelamente l’integrazione del pubblico ortodosso nel mondo del lavoro, accademico e della vita sociale, che promuova sia il suo livello economico e di condizioni di vita, sia il suo apporto alla produttività collettiva del Paese.

Gli esami di maturità del governo di Bennett si terranno nell’autunno del 2022. Ci saranno poi sessioni di appello?

Claudio Millul


Carlo Levi, Ritratto del fratello Riccardo , 1935

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