MARZO 2022 ANNO XLVII-232 ADAR 5782
Ricordi
Ricordando Piero Dello Strologo
Bianca Gardella
La prima telefonata del nuovo anno arriva da Genova. La mamma mi dice che è morto Piero. Penso subito a Ariel, amico dal giorno in cui è nato, qualche mese dopo di me; Anna, una presenza materna e sapiente, legata a doppio filo con mia mamma; Emanuele, il piccolo di famiglia. Una frequentazione quasi quotidiana mi lega a quella straordinaria famiglia, curiosa, colta e umana. Le energie vitali di Anna e Piero mi hanno accompagnato per la mia infanzia fino alla prima gioventù quando ho lasciato Genova per Torino e le frequentazioni sono diventate delle rapide visite, incastrate tra altri impegni di famiglia e l’orario dei treni. Anche nei brevi momenti in cui riuscivo a vederli, c’era un’attenzione per la mia vita, le mie letture e ne uscivo con un pieno di affetto e di curiosità.
Piero era una persona attenta, curiosa, ironica e di grande cultura. Le conversazioni a casa Dello Strologo non erano mai banali ma erano sempre adattate all’età degli interlocutori. Sapeva spiegare e far capire anche concetti complicati per noi, bambini e poi adolescenti. Sapeva giocare, come se il tempo per lui si fosse fermato. Ricordo le gite domenicali al mare o negli Appennini dietro Genova in cui organizzava le squadre di noi bambini e ragazzini: arbitrava con rigore e si divertiva come se avesse la nostra età. La colonna sonora di questi pomeriggi era la radiolina, per seguire il Genoa.
Tutte queste capacità Piero le ha messe a disposizione di un progetto che è diventato, poi, la sua vita. Ha creato un centro culturale che ha voluto intitolare a una persona rara, Primo Levi, che Piero ammirava per la cultura, la storia personale e lo sguardo verso l’umanità. Il Centro è nato per conferire un riconoscimento a persone che “con il proprio impegno morale, spirituale e civile avevano nel corso della loro vita e nella loro storia contribuito alla pace e alla giustizia per un mondo libero da pregiudizi, razzismo e intolleranza” ponendosi nel solco dell’insegnamento che Primo Levi ha offerto nella sua vita e nelle sue opere. Dal 1990, il premio è stato riconosciuto a scrittori, medici, studiosi che possono essere d’esempio per tutti noi. Tra questi Elie Wiesel, David Grossman, Sebastiao Salgado, Dennis Mukwebe, Guido Calabresi e, nel 2019, a Liliana Segre.
Il Centro ha poi proposto conferenze, attività culturali, incontri e approfondimenti su molte tematiche che fossero legate da un lato all’ebraismo e dall’altro alla lotta contro il pregiudizio e alla ricerca della verità storica. La tutela della memoria e il ricordo della Shoà sono immediatamente stati un risultato tangibile della dedizione di Piero con le attività del Centro.
Piero aveva un amore profondo per l’ebraismo che lo ha portato a impegnarsi nel governo della Comunità Ebraica di Genova, di cui è stato Presidente per un lungo periodo di tempo. È dalla sua presidenza che è nato il Museo Ebraico di Genova, opera dell’Arch. Franchini. Il Museo è stato progettato nel 2001 per essere inaugurato nel 2004, anno in cui Genova è stata Capitale Europea della Cultura. Il Museo si trova all’ultimo piano della sinagoga di Via Bertora, nei locali che, dopo l’ignominia del 1938, hanno ospitato la scuola. L’apertura del museo è stata affidata a una grande mostra dedicata “Chagall e la Bibbia”. Nel tempo sono seguite altre mostre sulle leggi razziali, sulla storia della Comunità durante il periodo delle persecuzioni e mostre dedicate alla didattica della Shoà. Il Museo è un punto di riferimento ogni anno, in occasione del Giorno della Memoria, per le scolaresche genovesi e liguri. Il Museo conserva le opere della collezione "viaggio nel mondo ebraico" di Emanuele Luzzati, donata da Lele stesso alla Comunità Ebraica di Genova.
Da Presidente della Comunità e del Centro culturale, Piero ha potuto realizzare un progetto culturale in cui credeva fortemente: l’apertura dell’ebraismo alla società ha marcato il suo impegno nel nuovo millennio. Il Centro insieme alla Comunità e al suo Museo sono stati una forza trainante per la Comunità ebraica genovese, che diminuiva di numero di giorno in giorno. Gli Ebrei genovesi hanno risposto positivamente agli infiniti stimoli che Piero ha saputo proporre. Ma non solo la Comunità ha reagito con entusiasmo. Attraverso il Centro culturale, Piero ha portato a tutta la città momenti di approfondimento e di cultura che una città in declino ha saputo cogliere e apprezzare. Le creature di Piero sono diventate punti di riferimento che hanno saputo legare l’ebraismo alla città e la città al sapere, in una catena ininterrotta di positive collaborazioni. Per assistere alle conferenze del Centro, spesso organizzate insieme alla Comunità Ebraica, si formavano code all’ingresso, ci si organizzava per andare in anticipo a ritirare i biglietti. I giornali, non solo locali, dedicavano ampio spazio alle tematiche proposte da Piero. La cooperazione si è ampliata alle realtà del territorio, come è successo per la marcia della Memoria che riunisce la Comunità Ebraica, la Comunità di Sant’Egidio e il Centro Culturale nel ricordo della deportazione degli Ebrei genovesi. Il 3 novembre 1943, con un agguato dentro la sinagoga, iniziò la deportazione degli ebrei genovesi: furono arrestate circa venti persone, ed altri arresti seguirono nei giorni immediatamente successivi. In tutto furono deportate 261 persone, e fra queste furono solo venti i sopravvissuti. Ogni anno, la marcia della Memoria raccoglie migliaia di persone in una marcia silenziosa che percorre le vie del centro cittadino per concludersi in Sinagoga.
Piero è diventato un personaggio pubblico nella realtà genovese e nazionale per il suo impegno, la determinazione, quasi ostinata, nel realizzare ciò in cui credeva, da sempre. È stato ricordato, nei giorni successivi alla sua scomparsa, dai giornali cittadini, nazionali e dalle organizzazioni ebraiche. E da molte persone che hanno espresso alla sua famiglia un affetto profondo e una riconoscenza sentita per il suo lavoro costante ed entusiasta.
Sono stata fortunata ad averlo conosciuto.
Che il suo ricordo sia di benedizione.
Bianca Gardella
Anna e Piero Dello Strologo, 16 dicembre 2021
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