DICEMBRE 2021 ANNO XLVI-231 TEVET 5782
Europa
Il Rabbino e l’Occhialaio
Giorgio Berruto
Il 28 novembre scorso il professore Yitzhak Melamed ha ricevuto una lettera surreale. Il professore, che insegna alla Johns Hopkins University, chiedeva di poter visitare lo storico complesso della sinagoga portoghese di Amsterdam per un documentario sulla vita del filosofo Spinoza, come noto bandito dalla comunità nel 1656. Incredulo, Melamed ha letto la risposta del rabbino capo Joseph Serfaty, che negava il consenso e dichiarava lo stesso accademico persona non grata considerando la sua richiesta “incompatibile con la nostra secolare tradizione halachica, storica ed etica” e vero e proprio “attacco alla nostra identità”. A motivo della drastica posizione Serfaty adduceva gli studi dedicati da Melamed a Spinoza, “un epicureo” del quale sarebbero tuttora vietati i libri e le idee. “I chachamim e i parnassim del Talmud Torah Kahal Kados hanno scomunicato Spinoza e i suoi scritti con il bando più severo possibile”, queste le parole del rabbino, “un bando che rimane valido per sempre e che non può essere sciolto”. Quando Melamed ha reso pubblica la lettera ricevuta è scoppiato il caso, riportato dalla stampa olandese e israeliana. È emerso così che Serfaty aveva agito di propria iniziativa con il solo appoggio del rabbino emerito Pinchas Toledano ma senza consultare il consiglio della comunità portoghese e quello del Jewish Cultural Quarter, l’istituzione che gestisce il museo ebraico e le visite al complesso sinagogale seicentesco. Mentre il malumore dilagava all’interno della comunità ebraica, i presidenti di entrambe le istituzioni hanno chiarito che la sinagoga è aperta a tutti e invitato Melamed ad Amsterdam. Allo stesso tempo, pur prendendo le distanze dall’iniziativa di Serfaty e Toledano, il consiglio della comunità non ha accettato di chiedere quelle dimissioni da più parti invocate. A oggi le polemiche sono lontane da esaurirsi. Serfaty, da parte sua, è intervenuto unicamente per scusarsi “per il modo in cui è stata inviata la lettera”, rimanendo però convintissimo dei suoi contenuti.
Nell’amena sinagoga
Il rabbino titolare
Viene e va, ma vive in Belgio
Solo ai gran moadim compare.
Siamo ad Amsterdam la bella
Capitale sbigottita,
Nella Esnoga portoghese
Tempio dalla storia avita.
La notizia è clamorosa:
L’occhialaio del Seicento
Il filosofo Spinoza
Con terribile sgomento
In odore di eresia
Fu bandito e maledetto
Giorno e notte, per la via
E sotto il suo stesso tetto.
Ci fu pure un delinquente
Che nel buio lo aspettò
Ma il terribile fendente
Solo il manto lacerò.
Oggi viene un professore
Per fare un documentario
Nella Esnoga ma gli nega
Già l’ingresso il proprietario
Della cattedra di rabbi.
Dice: “A quell’epicureo
La scomunica ancor vale”
(Ma non vale il galateo).
“Sempre vige l’interdetto
Per la provvida halakhà,
Caro amico, il mio verdetto
È smammare via di qua”.
Il ministro assai devoto
Ora dondola pregando:
“Vade retro l’eresiarca
Vale sempre il vecchio bando!”
Bell’affare, bel rabbino
Ma che bella inquisizione!
Dalla Esnoga qui a Torino
Già è arrivato il polverone.
Ma che modi sono questi?
In sostanza, che attributi!
Controlliamo le passioni
E i fanatici stian muti.
Lo scomunicato insegna
Che la vera libertà
Non sta in urli ma è soltanto
L’imperturbabilità.
Ecco i pii preparar roghi
Della vera fede eroi
Ma Spinoza l’occhialaio
Vive in testa a tutti noi.
Giorgio Berruto
Baruch Spinoza
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