a cura di Enrico Bosco e Silvana Momigliano Mustari,
con la collaborazione della biblioteca “E. Artom” della Comunità Ebraica di Torino

 

Dror Eydar- All’arco di Tito. Un ambasciatore d’Israele nel Belpaese – Ed. Salomone Belforte & C. – 2022 (pp.243, €30) L’autore è stato ambasciatore di Israele in Italia dal settembre 2019 all’agosto 2022. Il libro raccoglie le sue riflessioni che ha postato sulle “Cartoline da Roma”, nella sua pagina Facebook e che, ora, ha trascritto nel testo. Si tratta di brevi capitoletti in cui ha raccontato le sue considerazioni su vari temi quali la politica, la storia, la cultura, la musica, il cibo, l’architettura, la cronaca: ad esempio il Talmud, il nazireato, pandemia, Sergio Matterella, Gesù, la Conferenza di Sanremo, antisemitismo, ecc. In appendice le fotografie che riguardano le sue esperienze di ambasciatore. (e)

Bailey Blake – Philip Roth. La biografia – Ed. Einaudi – 2022 (pp. 1039, € 26) L’autore, biografo di già altri autori celebri, si misura qui nella sua titanica biografia del pilastro della letteratura americana, Philip Roth, morto nel 2018. Il risultato di questo lavoro, durato dieci anni, è un ritratto prismatico del Roth a tutto tondo. Procedendo negli argomenti, in ordine cronologico: i genitori ebrei immigrati, infanzia nell’amato New Jersey, gli studi universitari, il baseball, l’incontro con la letteratura e il sesso, i racconti, i primi romanzi fino allo scandaloso Lamento di Portnoy, i romanzi brevi, i premi letterari.  Blake racconta Roth e cinquantacinque anni di carriera: trascrive le giornate, gli incontri, i malanni, le sedute con l’analista, dettaglia all’inverosimile la produzione artistica e la vita privata. Una biografia labirintica, immensa, assoluta, scritta magnificamente e corredata da molte fotografie. (e)

Giulio Busi – Uno. Il battito invisibile – Ed. Il Mulino, 2022  (pp. 156, €13),   Opportunamente pubblicato nella collana ”Storie di numeri” ne inaugura il progetto che “dalla filosofia alla teologia, dalla musica alla matematica e alla storia dell’arte” intende penetrare nei meandri del cammino intellettuale e spirituale dell’uomo.   L’Uno nasce dunque quale “panacea contro l’ipertrofia mitologica: puro segno, senza volto né colorecapace di contenere qualsiasi sfaccettatura del reale, superarlo”.  Ed è proprio per mezzo di agili passaggi da un ambito culturale all’altro che Giulio Busi compone un quadro della specificità dell’insondabile, dell’Uno plurimo e dei palpiti che esso fa risuonare nei recessi del cuore umano. Si tratta di testi brevi, in forma narrativa, ciascuno dei quali costituisce un quadro anche autobiografico, a testimonianza dell’onnipresenza dell’Uno. (s)

Anne Berest – La cartolina – Ed. e/o, 2022 (pp. 456, € 19)    Il destino drammaticamente romanzesco della famiglia Rabinovitch rappresenta in modo paradigmatico quello degli ebrei nell’Europa del XIX secolo: nessuna tappa, nessuna fase dell’accerchiamento, della persecuzione e dell’annientamento ci viene risparmiata.   Il pregio forse maggiore di quest’opera consiste nella narrazione piana e didascalica, senza rimandi a documenti, senza note, ma cronologica e consequenziale su fatti noti e accertati ormai da tempo, tale da produrre numerosi riconoscimenti (specie in area francese) tra cui il prestigioso  Premio letterario degli studenti di Science PO.   Una delle tematiche indagate è quella definita da Primo Levi dei “sommersi” e dei “salvati”: perché Miriam, nonna dell’autrice, si è salvata quando il resto della famiglia è stato annientato? Perché il caso ha previsto per lei una serie di “sliding doors” che l’hanno preservata affinchè potesse raccontarlo? (s)

Ayelet  Gundar-Goshen – Dove si nasconde il lupo – Ed. Neri Pozza, 2022 (pp. 298, € 19)    Questo romanzo consiste praticamente in un giallo, una vicenda carica di suspense, ben costruita e credibile. L’autrice rivela finezza psicologica e conoscenza della realtà socio-economica e della società civile sia di Israele (patria della famiglia protagonista) che degli Stati Uniti (patria scelta per sfuggire allo stato di permanente tensione e violenza quotidiana) anche in vista dell’agiatezza economica.  Ma il personaggio più seguito e analizzato è il figlio adolescente che la madre non capisce più, che la madre sospetta sia diventato diverso, molto diverso dal fanciullo da lei allevato con cura e rispetto.  I figli crescendo devono affrontare situazioni che ne possono cambiare  il carattere e forse trasformandoli in “lupi”.(s)

Zeruya Shalev – Stupore – Ed. Feltrinelli, 2021 (pp. 313, € 19)     Una donna, dal nome insolito ed evocativo, arrivata nel mezzo del cammin di una vita attiva nel lavoro, e appagante nei sentimenti, decide di far luce sul passato della famiglia in cui permane molto di non detto.   Il percorso a ritroso risale ai turbolenti e drammatici anni della Resistenza ebraica nella Palestina Mandataria , ed è proprio in quegli anni che l’altra donna, molto più anziana, ha agito spinta dall’ideale sionista che negli arabi non vedeva il nemico e con i quali pensava di poter convivere una volta ottenuta l’indipendenza. Due figure di donna, figlia, moglie, madre, vedova…indagate nell’anima come solo Zeruya Shalev sa fare, disvelando a poco a poco lo stupore del loro comune destino. (s)

Yasmina Reza – Serge – Ed. Adelphi, 2022 (pp. 186, € 19)   I tre fratelli Popper sono sempre in crisi e in conflitto tra di loro eppure sempre uniti a Parigi come a Gerusalemme e, nonostante le apparenze, anche ad Auschwitz, in una alternanza di situazioni patetiche e tragicomiche.   Una famiglia ebraica i cui componenti vengono presentati con una insolita tecnica drammaturgica di cui Yasmina Reza rivela grande padronanza.   Voce narrante e critico implacabile è il fratello di mezzo che ci fa conoscere Serge, il Primogenito  (adorato, ma non imitato) protagonista assoluto del romanzo. Snodo essenziale del romanzo risulta il disvelamento dei singoli personaggi in occasione del viaggio ad Auschwitz, banco di prova del rapporto di ciascuno di loro con l’ebraismo. (s)

Sholem Aleichem – Un matrimonio  senza musicanti -Ed. Robin, 2021 (pp. 93, € 12)     Raccolta  di racconti, interessanti anche per il percorso compiuto per arrivare fino a noi in italiano. Claudio Salone, appassionato traduttore plurilingue, si è dedicato a questi testi in tedesco, tradotti dall’originale yiddish e apparsi nei primi decenni del Novecento.   Vi si ritrova lo sguardo benevolo dell’autore che, a fronte della drammatica condizione degli ebrei nei villaggi orientali, non può che indicare, con indulgente umorismo, un atteggiamento di pacata sopportazione, illuminata dall’ingenua fede e dalla speranza di un domani migliore.   Di particolare interesse il testo del testamento di Sholem Aleichem pubblicato a New York il giorno seguente il funerale, in cui l’autore vuole essere menzionato e ricordato come “scrittore del popolo”. (s)

Emilia Peatini – Olga Blumenthal. Storie di una famiglia e di una vita – Ed. Cierre, 2022 (pp. 212, € 12)   Recentemente a Venezia, davanti al cancello che porta al cortile di Ca’ Foscari è stata posata una pietra d’inciampo dedicata a Olga Blumenthal, docente di lingua e letteratura tedesca in quell’ateneo. Ebrea vittima della Shoah e “sommersa”, senza discendenti né eredità.   Esonerata dall’insegnamento nel 1937, seguirà il destino di 248 ebrei veneziani per morire a Ravensbruck, e della sua vita operosa non ci sono memorie, tracce, indizi da seguire; eppure l’autrice è riuscita a ricostruire la vita di questa donna con i vuoti, le assenze e qualche vago accenno, mentre la famiglia di appartenenza, ben tracciata, viene documentata con dovizia di particolari.  Perché l’oblio? Forse in quanto donna, quasi unica a far parte del corpo accademico veneziano (secondo quanto risulta evidente dalla foto di copertina del volume)   Pregevole ricostruzione storica basata più sul contesto che sulla persona che, tuttavia , è stata oggetto di altri lavori scientifici relativi ai docenti di quella università nella prima metà del Novecento. (R. De Rossi – Le donne di Ca’ Foscari, percorsi di emancipazione. Studentesse e insegnanti tra il XIX e IL XXI sec.).  (s)

Elisabeth Asbrink  – Abbandono. Tre donne, tre città, una famiglia – Ed. Iperborea, 2020  (pp. 316, € 18,50)    Lo scenario si apre sull’Europa di fine Ottocento, per poi dilatarsi fino alla seconda metà del Novecento, quando un ebreo non può essere né greco, né turco, né inglese né svedese, e finisce per riconoscersi discendente da coloro che furono espulsi dalla Spagna e si dispersero in Europa.   Partendo dalla storia della propria famiglia, Asbrink ricostruisce le tormentate vicende dei sefarditi, riportandone una dolorosa sensazione di lontananza (ma …lontano da dove?) e di abbandono (sono nata pronta a fuggire) emersa dopo il lungo lavoro di ricerca , specie sul tragico epilogo della Comunità ebraica di Salonicco dove il cerchio si chiude. (s)

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