di Beppe Segre

Siamo nel 1887.        

Negli ultimi anni del XIX secolo l’Europa è sconvolta da ideologie antisemite che provocano pogrom, uccisioni, espulsioni e migrazioni, esclusione dai diritti civili e umani, violenze di ogni tipo.
L’ondata di pogrom sanguinosi in Russia in seguito alla presa di potere di Nicola II e la politica antisemita prevalente in molte nazioni dell’Europa Centrale ed Orientale provocano migliaia di emigranti in Palestina, mentre la maggioranza dei profughi preferisce l’emigrazione verso gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.

In Francia prende l’avvio il processo Dreyfus e tutta la Francia è scossa da manifestazioni antisemite. Theodor Herzl, corrispondente da Parigi del giornale Neue Freie Presse, ricorderà per tutta la vita le urla della folla, con le minacce di morte agli ebrei. Herzl adesso ha 27 anni, da poco si è laureato in Giurisprudenza e sogna di diventare famoso un giorno come avvocato e drammaturgo. Ma tra 10 anni, nel 1897, sarà lui a convocare a Basilea il primo Congresso Sionistico.

In Italia …

Sull’Italia nord-occidentale il 23 febbraio 1887 si scatena un violento terremoto che ha come epicentro Genova, ma che colpisce anche la riviera ligure e tutto il Piemonte e causa molte vittime, soprattutto nella riviera di Ponente.

Nel Tempio israelitico di Saluzzo il giorno 22 aprile 1897 si è celebrata una solenne funzione in ringraziamento a Dio per lo scampato pericolo di S. M. Umberto I, sfuggito quel giorno a un attentato.

In Palestina…

La Palestina langue governata dall’Impero Ottomano, come lo era dal 1517 e avrebbe continuato ad esserlo fino al 1917, in un lunghissimo periodo di decadenza economica e politica.
Nel 1845 vivono in tutta la Palestina circa 12.000 ebrei, per lo più concentrati nelle città sante di Gerusalemme, Safed, Tiberiade e Hebron. Erano poveri, e in buona parte mantenuti da organizzazioni assistenziali straniere.
Nel 1882 sono diventati 24.000 di cui solamente 480 vivono coltivando la terra.
Il paese ha fama di essere miserabile, insalubre, coperto di distese aride o paludose, in grande arretratezza, nient’altro che un’agricoltura molto primitiva, con la popolazione costantemente falcidiata dalla malaria, dalla peste, dalla lebbra e dal tifo…

Nel 1867 venne a visitare Europa e Medio Oriente Mark Twain, il famoso romanziere statunitense. Lo scrittore descrisse poi in “Il mio viaggio in Palestina” le condizioni di miseria e di malattia della popolazione locale. Lo stile, a volte, è paradossale e “politicamente scorretto” ma è comunque indicativo di come “la Città Santa” si presentava ad un pubblico esterno: “Qui abbondano vesti stracciate, desolazione, povertà e sporcizia, tutti segni e simboli che indicano la presenza del dominio mussulmano molto più della bandiera con la mezzaluna. Lebbrosi, storpi, ciechi e idioti ti assalgono da ogni parte…  Gerusalemme è funerea, desolata e senza vita…Non verrei mai ad abitarci”.
Ma il periodo compreso tra il 1890 e i primissimi anni del nuovo secolo segna anche una svolta decisiva nella storia della Palestina.
Fu in quel periodo che giunsero in Palestina dalla Russia i primi gruppi di “biluim” (idealisti ebrei che aspiravano a creare degli insediamenti in Terra d’Israele), in gruppi estremamente ridotti – il primo era composto da quindici uomini e una donna -, seguiti poi negli anni successivi da altri piccoli gruppi di ebrei sotto la parola d’ordine Bilu, sigla che deriva dalla frase “Beth Iakov Lechù Ve’nelecha” (“Oh, Casa di Giacobbe, venite”, Isaia 2,5).
Questi gruppi di Biluim che si propongono di normalizzare l’esperienza ebraica per mezzo del ritorno alla terra e dell’agricoltura, sono i primi coloni moderni del paese. In quindici anni i Biluim fondano diciotto colonie in Giudea, in Galilea e nella regione di Sharon. In capo a mezzo secolo si verrà a stabilire in quel territorio una compatta popolazione ebraica, forte di un milione di individui con un’unica lingua e animata da un solo desiderio: quello di ottenere l’autonomia e l’indipendenza.

Comunità Ebraiche, dunque, Associazioni di assistenza, offerte raccolte nel Bossolo del Keren Kayemeth Leisrael, importanti sponsor come il Barone Rothschild con i suoi delegati costituirono una rete internazionale di solidarietà e sostegno, di cui la lettera, che commentiamo di seguito, è prova.
Come scrisse Abba Eban, nella “Storia del popolo ebraico”: “Sforzi enormi furono compiuti con entusiasmo da uomini e donne decisi a mostrare a un mondo incredulo le realizzazioni di un nuovo prototipo ebraico per far rivivere negli ebrei legati alla Diaspora il sogno dell’indipendenza e di una degna esistenza.

Una lettera che viene da lontano

In questo contesto internazionale, alla nostra Comunità, allora denominata Università Israelitica di Saluzzo, giunge una lettera (fig.1), datata 28 aprile 1887 e intestata alla società Misgab Ladach – Jerusalem, che è una società di assistenza e cura con sede nella Città Vecchia di Gerusalemme, fondata dalla famiglia del Barone Rothschild nel 1854. Il nome deriva dal Salmo 9. 10: “e il Signore sarà di asilo all’oppresso, di asilo nei momenti di angustia”.
Scopo primario dell’Ospedale è di consentire agli ebrei di rimanere indipendenti dagli ospedali missionari cristiani; inoltre, la società Misgab Ladach è orgogliosa di svolgere un servizio assolutamente gratuito per persone povere o fragili.
Nella lettera, dopo i saluti iniziali, si afferma di avere appreso dai giornali la sciagura del terremoto che ha colpito la Liguria e il Piemonte, si esprime la solidarietà per le popolazioni colpite, e si ricorda come le preghiere siano state rivolte per la salvezza da tali eventi.

Attività dell’associazione e invito ai destinatari a mandare un contributo.                  

Nella lettera si spiega che, a Gerusalemme, sono stati creati il presidio medico e la farmacia per offrire un servizio ai molti ebrei poveri che “andavano agli ospedali inglesi e si ritiravano dalla nostra santa religione”.
Per questi motivi si sollecita l’invio di offerte… “Siamo sicuri il loro merito sarà grande”.
Si può valutare che l’Ospedale Misgab Ladach corrispondesse con un gran numero di Comunità Ebraiche nel mondo, tra cui quella di Saluzzo, cui chiedeva i contributi necessari per garantire la gestione del servizio per gli ebrei meno fortunati.

Storia dell’associazione negli anni successivi.

Servì la popolazione ebraica nella Città Vecchia di Gerusalemme fino alla guerra arabo – israeliana del 1948, quando l’esercito giordano conquistò il quartiere ebraico. L’ospedale ha poi riaperto a Katamon, nella parte occidentale di Gerusalemme, dove ha operato per 40 anni come ospedale di maternità.
Dopo vari passaggi di proprietà della sede, oggi svolge un regolare servizio, di day-hospital e ambulatoriale.

image_pdfScarica il PDF