di Israel De Benedetti

Il governo Bennett è riuscito a superare per poco un anno di attività e Bennett stesso ha riconosciuto la perdita della maggioranza, in seguito al passaggio a destra di un paio di parlamentari. Ora il governo è passato, secondo gli accordi, a Yair Lapid, come governo di transizione fino alle elezioni, e per legge ha poco campo libero. Il passaggio del governo da Bennett a Lapid è stato fatto con dignità e il paese forse oggi ha più simpatia per Lapid. Il nuovo premier ha subito dichiarato (in contrasto con il suo predecessore) che la sua residenza sarà a Gerusalemme nella palazzina dove risiedono le guardie di sicurezza.

Questo governo ormai concluso ha avuto indubbiamente due meriti: per la prima volta in Israele si è formato un governo con destra e sinistra e un partito arabo; è riuscito a evitare missili da Gaza per un anno intero. Errori ne ha commessi molti e troppi a cominciare dalla trasformazione della casa privata di Bennett a Ra’anana nella sede del primo ministro con spese enormi per i sistemi di sicurezza. Il primo ministro di Israele deve avere la casa e la residenza ufficiale solo a Gerusalemme!

Tra quattro mesi elezioni. Anche questa volta la chiave è nelle mani dell’elettorato arabo: se andranno a votare in massa e se otterranno tra le varie liste otto o più seggi Bibi non potrà fare un governo senza di loro e a quanto pare tutti i suoi possibili alleati non vogliono saperne di arabi al governo. Ma se gli arabi non andranno a votare, o voteranno Bibi delusi da quanto ha fatto per loro questo governo con un loro partito in carica, il gioco di Bibi è fatto. Purtroppo Bibi dovrà accettare i razzisti di Ben Gvir, alunno di Kahane, e un seguito di suoi sostenitori (che purtroppo pare aumentare) tutti contro centro, sinistra e arabi di ogni tipo. Bibi per ora tace, ma cerca possibili alleati nel sionismo religioso che aveva acconsentito ad appoggiare Bennett.

Non si esclude la possibilità che anche questa volta non si riesca a formare un nuovo governo. Il centrosinistra punta su Gadi Eizenkot, ex Capo di Stato Maggiore che nonostante il cognome è un marocchino puro e potrebbe portare al centro voti di sefarditi.

Certo Israele si trova oggi in una situazione di stallo pericolosissima. Lapid in questi suoi sei mesi di transizione sta facendo il possibile per migliorare la posizione politica di Israele con i paesi arabi. Ha perfino telefonato ad Abu Mazen (cosa che da cinque anni nessun primo ministro di Israele ha osato fare) per concordare la visita di Biden in Israele e nella regione palestinese. Ma contro di lui pesano l`aumento del carovita e lo stallo dell’economia del paese, per non parlare degli insegnanti che richiedono aumenti di stipendio e del pericolo dell`Iran. Il futuro di Israele ovviamente è nelle mani del suo elettorato. Speriamo in bene…

Ruhama, 10 luglio

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