di Manfredo Montagnana

Purtroppo, nel mondo prevalgono sempre più i tanti “pro”: non sei mica “pro pal”? io sono “pro Israele”, come se non sapessero che né gli ebrei né i palestinesi possono davvero vincere se non distruggendo completamente gli avversari. Alcuni – pochi per la verità – sono invece giunti ad una conclusione più vicina alla realtà: le sofferenze inferte agli abitanti di Gaza come risposta alle atrocità compiute il 7 ottobre dagli assassini di Hamas sono destinate a produrre altri 2, 3, … Hamas o organizzazioni terroristiche simili. Propongo alcune ipotesi che molti considereranno provocatorie, ma che forse hanno un loro valore.

E se . . . Netanyahu avesse da sempre perseguito due obiettivi significativi: da un lato, la chiusura di tutti gli insediamenti ebraici in Cisgiordania e, dall’altro lato, il ritorno alla proposta sionista originale di un Israele laico e democratico. Cosa evidentemente impossibile, diranno i nostri lettori. Condivido, perché penso che una parte considerevole degli ebrei israeliani sarebbe contraria a tali provvedimenti.

E se allora . . .  Netanyahu, dopo il 7 ottobre, invece di lanciare aerei, missili e carri armati contro il popolo di Gaza vi avesse inviato colonne di camion pieni di aiuti alimentari e sanitari. Proviamo ad immaginare le conseguenze di un simile atto. In primo luogo, si sarebbe impedito l’ondata di attacchi che si sono scatenati in tutto il mondo contro Israele e contro tutti gli ebrei. Si sarebbe confermata quella che era l’aspirazione dei primi sionisti: in questa terra devono poter vivere liberi tutti i suoi abitanti, possibilmente in un unico stato laico e democratico. Soprattutto si sarebbe levata ad Hamas, ad Hezbollah ed all’Iran la loro arma più solida: l’odio verso gli ebrei.

E se a questo punto . . . Netanyahu finalmente se ne andasse e lasciasse il governo nelle mani di coloro che per mesi hanno manifestato nelle piazze israeliane credendo davvero in un futuro di pace per tutti gli abitanti di questa terra martoriata, ebrei e musulmani.

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