A cura di Filippo Levi

Davide Jona Falco avvocato di origine veneziana, ma residente a Roma da quasi trent’anni, in epoca giovanile è stato vicesegretario della FGEI; dal 2016 è consigliere UCEI e dal 2021 anche membro di giunta, eletto nella lista Binah che ha espresso la Presidente Noemi DI Segni, al suo secondo mandato presidenziale.

Nel suo primo mandato di consigliere UCEI è stato coordinatore della Commissione Statuto, mentre con il suo inserimento in giunta a Davide Jona Falco è stata attribuita la delega al coordinamento della comunicazione e della campagna dell’otto per mille.

All’incirca quindici anni fa l’UCEI ha avviato una nuova politica della comunicazione, ha formato una redazione professionale e si è dotata di un proprio giornale Pagine Ebraiche, di un nuovo sito web e di una serie di notiziari quotidiani distribuiti per e-mail. Qual è il tuo giudizio su questa esperienza?

Si tratta di un’opera meritoria, in gran parte ascrivibile al compianto presidente UCEI Renzo Gattegna z.l., che ha avuto il merito di far conoscere meglio la realtà ebraica, sia all’interno che all’esterno, e di favorire un confronto tra le diverse anime dell’ebraismo italiano.

Nei primi anni ho molto apprezzato Pagine Ebraiche da semplice lettore, poi a partire dal 2016, da consigliere UCEI, in nome di una irrinunciabile tutela del diritto/dovere di dialettica e confronto all’interno del nostro ebraismo, mi sono trovato più volte a sostenerne l’operato, difendendo direzione e redazione da attacchi strumentali ed ingiustificati portati avanti da alcuni ambienti.

Nel mio nuovo incarico, mi trovo spesso nella condizione di citare il motto che caratterizza Ha-Tikwà, il giornale fondato nel 1949 dalla FGEI ed oggi dell’UGEI “Un Giornale aperto al libero confronto delle idee”: io credo che questo principio non solo sia tuttora valido ma debba costituire un vero faro per l’intero ebraismo italiano, in linea con quei principi dialettici tanto cari alla nostra millenaria tradizione ebraica, troppo spesso da alcuni dimenticati, in base ai quali ancora oggi ad esempio abbiamo il privilegio di conoscere e studiare la posizione di minoranza espressa secoli fa nel Talmud.

Questo, ad esempio, è il motivo per cui proprio un anno fa, per la prima volta, ho indetto un incontro tra i responsabili della stampa ebraica italiana, cui ha partecipato ovviamente anche Ha Keillah con la sua direttrice Anna Segre, che spero possa aver rappresentato l’inizio di un percorso virtuoso in grado di favorire collaborazione e confronto tra i vari responsabili della comunicazione dell’ebraismo italiano, nazionale e locale.

Volendo dare quindi un giudizio su questa prima fase di Pagine Ebraiche, non posso non menzionarne il primo direttore: Guido Vitale, giornalista di grande esperienza, ha avuto il merito di creare dal nulla e di lanciare una nuova comunicazione per l’ebraismo italiano, capace di far discutere, riflettere ed analizzare gli avvenimenti degli ultimi anni, sebbene a mio giudizio nell’ultimo periodo la “carica energetica” di Pagine Ebraiche sia calata, forse anche per motivi fisiologici, con conseguente impoverimento dei suoi contenuti.

All’interno della newsletter giornaliera fino a qualche mese fa leggevamo con grande interesse la rubrica denominata “Pilpul” cui contribuivano moltissime persone con le più disparate opinioni. Era secondo noi un’arena di discussione e confronto estremamente interessante e pluralista, sia sul piano orizzontale, per così dire destra-sinistra, sia su quello verticale, da autorevoli accademici a semplici cittadini. Ha suscitato disappunto e preoccupazione la sua chiusura. Puoi dirci come si è arrivati a questa decisione e per quali motivi?

Sono girate molte voci a questo proposito, alcune temo fatte girare ad arte, spesso non corrispondenti alla realtà: per provare a spiegare l’accaduto, basterà anzitutto rappresentare ai lettori che la giunta UCEI ha saputo della chiusura della rubrica Pilpul … leggendo Pagine Ebraiche!

È bene allora chiarire che la chiusura di Pilpul è stata decisa in piena autonomia dal suo direttore, senza informarne prima la giunta e senza ottenere da questa alcun consenso preventivo. Personalmente, appena appreso della chiusura della rubrica, ne ho chiesto subito il ripristino, proponendo nell’occasione al direttore due semplici novità: un restyling della rubrica, tale da far comprendere meglio a tutti che le opinioni ivi contenute non fossero espressione diretta della posizione dell’UCEI (con il nuovo nome della rubrica, passato da Pilpul a Opinioni a confronto) ed un tentativo di mettere ancor più a confronto idee differenti, pubblicandole contestualmente.

Purtroppo, la sospensione della rubrica Pilpul, decisa dall’ex direttore, ha creato sconcerto anzitutto nella giunta UCEI, ma più in generale nell’intero ebraismo italiano, nei lettori e soprattutto nei collaboratori che per tanti anni si sono prodigati per scrivere settimanalmente articoli per Pagine Ebraiche (e a cui rinnovo il mio sincero ringraziamento): quando la rubrica (col nuovo nome ma dalle medesime caratteristiche) è tornata, il danno ormai evidentemente era stato fatto ed i collaboratori abituali hanno per lo più preferito interrompere questa attività, con grave nocumento per l’ebraismo generale.

Personalmente, ho molto sofferto l’intera situazione, in quanto la chiusura non è stata condivisa né è frutto di una decisione dell’editore: spiace che ai collaboratori sia stata rappresentata una situazione diversa dalla realtà, come se da parte UCEI qualcuno avesse deciso di limitare o annullare la pubblicazione delle opinioni.

In realtà, questa giunta UCEI ha più volte ribadito la volontà e l’interesse a continuare a pubblicare le opinioni provenienti da singoli collaboratori o lettori, come in parte sta avvenendo anche oggi, indicando alcuni semplici limiti di buon senso: evitare attacchi personali, non utilizzare la rubrica come se fosse un blog personale.

Tu sai bene quanto io apprezzi Ha Keillah per il contributo che da tanti anni dà all’ebraismo italiano: devo quindi ringraziarti per aver pensato a questa intervista per consentirmi di esprimere la mia opinione su un tema così caldo; devo tuttavia esprimerti anche il mio rammarico per quanto ho potuto leggere nel numero di marzo 2023 di questo giornale, perché alcune delle cose riportate a proposito di Pagine Ebraiche non corrispondono al vero e mi spiace che proprio Ha Keillah non abbia saputo comprendere e riportare come stanno davvero le cose, verificando prima le fonti.

Recentemente Guido Vitale, che in tutti questi anni ha diretto Pagine Ebraiche e le attività di informazione dell’UCEI, si è dimesso. Da quanto abbiamo potuto leggere queste dimissioni sorgono da divergenze con il presente consiglio UCEI. In diversi ambienti ebraici è forte il timore che l’UCEI voglia stringere di più il controllo sui propri mezzi di informazione e ridurre gli spazi di confronto. Puoi spiegarci quali siano le strategie dell’UCEI per quanto riguarda la comunicazione e il futuro di Pagine Ebraiche?

Come ho già detto prima, chi oggi dirige l’UCEI è impegnato nella difesa ed anzi nel rafforzamento della comunicazione ebraica; occorre ricordare che la maggioranza che sostiene l’attuale giunta UCEI è formata da tutte le 19 piccole e medie comunità ebraiche (Torino compresa) e da alcuni gruppi delle due grandi comunità di Roma (Binah e Menorah) e Milano (Milano ebraica): pensando tutti insieme alla comunicazione ebraica, non possiamo non immaginare uno spazio migliore e più ampio per un confronto al nostro interno.

Posso dire con soddisfazione che l’intero Consiglio UCEI ha oggi acquisito maggiore consapevolezza circa la necessità di investire nella comunicazione, che oggi risulta carente e disorganica sia all’interno del mondo ebraico che verso l’esterno.

A questo scopo, sono stati recentemente lanciati due bandi, uno per il nuovo direttore di Pagine Ebraiche e l’altro per una nuova risorsa interna della comunicazione, che avrà tra l’altro il compito di favorire lo scambio di informazioni tra UCEI e le comunità, creare una community in grado in particolare di intercettare i giovani e realizzare un calendario condiviso; è stato affidato l’incarico per la realizzazione del nuovo sito web dell’UCEI e la riorganizzazione dei tanti materiali disponibili; è stato formato un gruppo di lavoro, trasversale alle liste e che include diverse competenze della comunicazione, con l’obiettivo di mettere a punto una nuova strategia per l’otto per mille; nell’ambito di una generale riorganizzazione della struttura UCEI, anche la comunicazione sarà oggetto di analisi e di una migliore pianificazione, a partire da un maggior coordinamento tra tutti coloro che operano nel settore, Pagine Ebraiche e Sorgente di Vita in primis.

Per Pagine Ebraiche ci troviamo obiettivamente in una fase di transizione: in attesa di selezionare il nuovo direttore, abbiamo decisamente puntato sull’attuale redazione, cui abbiamo proposto di assumere la direzione del giornale, precisare ruoli e mansioni dei giornalisti e alleggerire alcuni carichi di lavoro; devo dire sinceramente che siamo rimasti delusi da come la redazione abbia gestito la nuova fase apertasi con le dimissioni di Vitale, scegliendo di pubblicare articoli poco opportuni e dichiarando uno stato di agitazione che mal si concilia con quanto è stato concordato tra la giunta e Vitale e con il tavolo di confronto aperto su nostra proposta prima dell’ufficializzazione delle dimissioni del direttore, ma restiamo ottimisti sul fatto che gli attuali giornalisti sapranno giocare un ruolo fondamentale nel futuro della comunicazione ebraica italiana.

Alla redazione del domani, composta da ottimi professionisti e cui nessuno nega il dovuto rispetto delle prerogative sindacali, chiediamo di uscire dall’attuale isolamento rispetto alla struttura UCEI: occorre tutti lavorare per tornare a relazioni rispettose e pienamente collaborative.

Quanto alle dimissioni di Guido Vitale, nel rinnovare l’apprezzamento per quanto ha saputo fare in questi anni, non posso nascondere il fatto che negli ultimi anni ci siano stati diversi motivi di attrito tra editore e direttore, causati da una mancata osservanza delle indicazioni dell’editore, che da un lato hanno progressivamente fatto venir meno la necessaria fiducia, tale da indurlo a fine maggio 2023 a rassegnare le sue dimissioni, con modalità concordate con UCEI, dall’altro lato hanno esposto in qualche caso l’ebraismo italiano a spiacevoli situazioni verso la società circostante.

Basti pensare, in occasione delle elezioni politiche 2022 che hanno portato alla formazione del governo Meloni (con tutto quello che per noi ne consegue), alla scelta redazionale di pubblicare un commento all’indomani della nomina del presidente del Senato La Russa nel momento in cui la giunta UCEI aveva deciso e chiesto un prudente silenzio, in attesa degli sviluppi politici.

Ha Keillah è un piccolo giornale che da sempre si attesta su posizioni progressiste e di sinistra. Ovviamente non ci si aspetta che il giornale dell’UCEI abbia una linea politica predefinita; tuttavia, pensiamo che sia compito dell’UCEI garantire all’ebraismo italiano spazi di democrazia e di libero confronto indipendentemente dalla maggioranza consiliare e del Presidente che questa esprime. Pensi che si possa “istituzionalizzare” questa missione all’interno dei mezzi di informazione di Pagine Ebraiche?

Io penso che dobbiamo fare tutti uno sforzo alla ricerca di un difficile equilibrio, tra il desiderio di avere un’informazione “aperta al libero confronto delle idee” e la consapevolezza che quando scriviamo un articolo che verrà pubblicato su Pagine Ebraiche – organo ufficiale dell’ebraismo italiano – esso verrà letto da un ampio pubblico, composto tanto da ebrei di diverso orientamento religioso e politico quanto da non ebrei, alcuni sinceramente interessati alle vicende ebraiche e di Israele, altri meno, se non contrari.

A questo proposito, ricordo con nostalgia gli articoli scritti da Sergio Della Pergola e la sua decisione di qualche tempo fa di interrompere la sua pluriennale e proficua collaborazione con Pagine Ebraiche, volendo per sua scelta evitare di correre il rischio di parlare male di Israele per colpa del primo ministro Netanyahu: comunque si voglia valutare questa sua decisione, credo possa essere fonte d’ispirazione per spirito di servizio e senso di responsabilità rispetto alla comunicazione ebraica in Italia.

Il tema degli spazi di democrazia e di libero confronto all’interno dell’ebraismo italiano è fondamentale: a differenza di Ha Keillah, che esprime una precisa linea politica ed una visione comunitaria espressione di un gruppo sufficientemente omogeneo, a me spiace leggere giornali comunitari dove di fatto viene espresso un pensiero unico, negando così a chiunque, iscritto e non, la possibilità di esprimere un’idea differente.

Bisogna evidentemente lavorare tutti per creare maggiori occasioni di confronto, soprattutto per consentire ai giovani di poter dialogare ed esprimersi liberamente, anche se sono consapevole che ogni comunità abbia il diritto di gestire la propria comunicazione come meglio crede, in piena autonomia.

Infine, vorrei chiudere questa intervista con una proposta. All’interno della redazione di HK si sta discutendo sull’opportunità di organizzare una giornata di riflessione sullo stato dell’informazione ebraica in Italia. L’UCEI sarebbe interessata a promuovere questa iniziativa?

Qualsiasi occasione di riflessione e approfondimento sulla comunicazione e sull’informazione ebraica in Italia mi trova naturalmente favorevole: dopo che Pagine ebraiche avrà trovato il suo nuovo equilibrio, potremo certamente ragionare insieme su questa giornata di analisi e confronto, ma diamo tutti tempo al nuovo direttore di calarsi nel ruolo e comprendere a pieno le non facili dinamiche dell’ebraismo italiano.

Nell’ebraismo italiano a mio avviso manca ancora una piena consapevolezza circa la necessità di fare rete tra tutte le sue componenti, indipendentemente dalla diversità di opinioni, per contrastare il drammatico calo demografico ed i rischi connessi all’assimilazione: i mezzi di comunicazione sono uno strumento fondamentale in tal senso, essi hanno un’enorme responsabilità al riguardo.

Mi fai ricordare il motto del raduno primaverile della FGEI organizzato a Senigallia con te e tanti altri amici … qualche anno fa: 2 ebrei, 3 opinioni … 1 keillà !

image_pdfScarica il PDF