Intervista a Dov Khenin
a cura di Anna Rolli
Dov Khenin – Biografia — JewAge
Dov Khenin è un avvocato e politico israeliano, per 13 anni è stato membro della Knesset per il partito di sinistra Hadash dove ha guidato, insieme ad altri, la lobby socio-ambientale. Il prof. Dov Khenin si è occupato di scienze politiche e di crisi climatica presso l’università di Oxford e oggi insegna alla Facoltà di Legge dell’università di Tel Aviv. È stato coordinatore della ricerca “World Watch” in Israele.
È un attivista per l’uguaglianza socioeconomica e un ambientalista. Come avvocato ha affrontato alcuni dei casi chiave che riguardano le violazioni dei diritti umani in Israele e nei Territori. Ha pubblicato tra molto altro: Globalization, a place for change, con il prof. Aryeh Arnon e What is to be done now con il prof. Danny Pilak. È stato promotore di diverse leggi per la tutela dell’ambiente e per la difesa dei diritti dei lavoratori
Vuoi parlarmi della situazione oggi in Israele?
Stiamo vivendo una situazione molto difficile e pericolosa. La cosa più importante al momento sono gli ostaggi che debbono essere liberati. In Israele tutti ne siamo molto consapevoli. Ovviamente per ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi, sottolineo: di tutti, la precondizione è il totale cessate il fuoco e il ritiro dell’esercito israeliano. Dal punto di vista umanitario un accordo sarebbe importantissimo, molti ostaggi sono già morti ma, dei rimanenti 101, molti sono ancora vivi e detenuti in condizioni orribili. È dovere del governo fare tutto il possibile per il loro rilascio. Inoltre, la guerra a Gaza dovrebbe finire perché provoca enormi sofferenze a molti palestinesi innocenti che vengono uccisi o feriti. Se si vuole il rilascio degli ostaggi e l’indebolimento di Hamas la guerra deve finire ed è necessaria una soluzione politica. La guerra rafforza Hamas ogni momento di più. L’uccisione di gente innocente crea maggiore ostilità nei nostri confronti, crea rabbia, odio ed estremismo.
Cosa pensi di Hezbollah e di ciò che accade nel Nord d’Israele?
Dopo il cessate il fuoco a Gaza, si potrà lavorare alla pacificazione del Nord per ottenere anche lì il cessate il fuoco permanente, secondo la risoluzione Onu 1701.
Il problema è che in Israele abbiamo un primo ministro che non è interessato alla liberazione degli ostaggi e tutte le volte che un accordo sembrava possibile lo ha sabotato. Questo è il motivo per cui decine di migliaia di israeliani manifestano ogni sabato contro Netanyahu. Se si vuole sostenere la società israeliana bisogna lottare contro questo governo.
Questo governo non solo abbandona gli ostaggi nei tunnel di Gaza ma mette a rischio la sicurezza del paese con l’escalation nel Nord e nell’Est dove sta scatenando una guerra molto pericolosa.
Secondo te cosa pensano gli arabi israeliani e palestinesi?
Ovviamente Hamas è contraria alla de-escalation e vorrebbe una guerra estesa ma ci sono anche molte persone nel mondo arabo spaventate dalla guerra e impegnate per la pace.
Sono un membro del movimento STANDING TOGETHER composto da ebrei e arabi israeliani che lottano per la pace, conosco anche arabi dei territori, arabi giordani ed egiziani che sono contro Hamas e sono spaventati dalla guerra contro gli ebrei. Semplicemente vorrebbero due stati e la pace tra i due popoli.
Uno dei principali ostacoli al riconoscimento di due Stati è la richiesta palestinese del ritorno dei discendenti dei profughi entro i confini d’Israele.
Il problema del ritorno dei discendenti dei profughi potrebbe essere risolto nel corso di negoziati politici ma la base dell’accordo dovrebbe essere: due stati per due popoli.
Tutti sono molto tristi e molto spaventati a causa del nostro governo, oggi Netanyahu sarebbe sconfitto e per questo non vuole nuove elezioni, la maggioranza lo disapprova, la maggioranza vorrebbe il rilascio degli ostaggi.
STANDING TOGETHER è oggi il movimento per la pace che conta più sostenitori in Israele e il suo motto è: “Dove c’è lotta c’è speranza”. Vuoi parlarmene?
STANDING TOGETHER è un movimento molto importante per spingere verso una soluzione. Ne fanno parte migliaia di cittadini israeliani arabi ed ebrei senza differenza tra laici e religiosi, tra cittadini e rurali e tra gli orientamenti sessuali. Lottiamo insieme per giungere alla pace ma anche contro l’occupazione e per l’uguaglianza e la giustizia sociale. L’autentica giustizia sociale, economica ed ambientale. Invito tutti coloro che leggeranno questa intervista di informarsi per conoscerlo meglio.
Nella facoltà dove insegni cosa pensano gli studenti?
Molti studenti sono partiti e stanno combattendo e molti sono arrabbiati a causa della politica del governo. Gli studenti arabi sono spaventati, soprattutto quelli che hanno parenti a Gaza. Nell’università il rapporto tra studenti ebrei e arabi è molto buono. Anche gli studenti arabi erano inorriditi per ciò che è accaduto il 7 ottobre e oggi soffrono per il disastro che sta accadendo a Gaza. Un disastro totale! Certo stiamo vaccinando i bambini di Gaza contro la poliomielite ma per il resto, in termini umanitari, siamo davanti a una totale catastrofe.
22/09/2024