A cura di Silvana Momigliano Mustari
con la collaborazione della biblioteca “E. Artom” della Comunità Ebraica di Torino

 

Jiri Weil – Sul tetto c’è Mendelssohn – Ed. Einaudi, 2023 (pp. 291, € 20)       

Trovata vincente è la rimozione della statua di un musicista ebreo dalla balconata del teatro dell’Opera di Praga, al tempo del protettorato tedesco in Boemia e Moravia. La “cancel culture” non è dunque un fenomeno nuovo, nato in questi anni turbolenti col pretesto di tutelare certe identità, annullandone altre: il protocollo di Wannsee con la “soluzione finale” aveva già previsto tutto, nei minimi dettagli, da applicarsi al popolo ebraico. Il ricorso al sarcasmo e all’ironia consente all’autore ceco di affrontare gli episodi più atroci, come pure quelli comici e tragicomici, godendo di una libertà espressiva eccezionale. Privato di tali accorgimenti stilistici, il romanzo sarebbe una cronaca macabra, una storia atroce che non tutti i lettori avrebbero voglia di leggere. Opera postuma che riprende l’analogo argomento del precedente romanzo “Una vita con la stella”. (s)

Raffaele Genah Notturno libicoEd. Solferino, 2023 (pp. 192, € 16)

La storia vera dei fatti accaduti in Libia al tempo della Guerra dei Sei Giorni e dell’avvento dei Colonnelli si fa romanzo, in uno stile piano e immediato della narrazione. I protagonisti, in quanto ebrei libici e italiani (detentori del doppio passaporto), incarnano precisamente le due entità di cui il regime voleva liberarsi.  Un racconto a due voci: quella di lei, moglie e madre coraggiosa e indomita, e quella di lui, vittima di tutta una serie di persecuzioni, soprusi e crudeltà riservate dal regime ai presunti traditori e alle spie. Il drastico cambiamento operato dai colonnelli nei confronti degli ebrei ha determinato una serie di vicissitudini (già testimoniate da altri profughi libici in Italia) di cui è vittima la famiglia borghese e benestante, privata di tutti i beni e gli averi e, infine, cacciata dal paese che aveva amato. Intento dell’autore nel raccontare questi fatti è che “sull’ultimo odioso pogrom della Libia, non possa, non debba mai calare l’oblio”. (s)

Elena Loewenthal – Breve storia (d’amore) dell’ebraico – Ed. G. Einaudi, 2024 (pp. 117, € 12)   

Chi meglio di una narratrice, studiosa e traduttrice dall’ebraico all’italiano, potrebbe parlare di Lingua 1 (di partenza) facendolo in Lingua 2 (di arrivo)?   Potrebbe dunque trattarsi di una analisi tecnica, freddamente chirurgica sulle parti della parola, sulla forma del verbo, sul valore numerico delle lettere dell’alfabeto, oppure ancora sull’assenza di vocale a complemento della consonante…e sarebbe un manuale di grammatica!  Lontana da quanto potrebbe tediare il lettore, Elena Loewenthal racconta la storia molto speciale di una lingua antica e sacra, usata ininterrottamente per millenni e rimodellata per adeguarsi alla modernità mediante prestiti e acrobatici adattamenti. Un fenomeno unico, capace di formare schiere di scrittori apprezzati (in traduzione) in tutte le lingue del mondo, una lingua “a volte scarna, aspra ma dolcissima ed eloquente”. (s)

Alessandro Matta – Gli Ebrei della Sardegna durante le leggi antiebraiche e la Shoah. Ed. Giuntina, 2023 (pp. 172, € 16)  

Alcuni di origine ebraica, altri ebrei per matrimonio, altri di passaggio per motivi di lavoro (docenti universitari e militari di leva) sono i pochissimi ebrei presenti in Sardegna durante le persecuzioni fasciste.  Il tema dell’antisemitismo nell’isola è ignoto ai più e del tutto trascurato dagli studiosi in ragione al numero ridottissimo di soggetti e anche perché “la Sardegna non conosce la deportazione degli ebrei”. Prezioso dunque questo saggio che, ricercando la verità e attingendo al poderoso archivio di Bad Arolsen, ha potuto ricostruire le peregrinazioni e le vicissitudini di intere famiglie e di singoli durante le persecuzioni arrivando anche fino al dopoguerra. (s)

Liliana Treves Alcalay – Il cortile di via Dizengoff – Ed. Giuntina, 2023 (pp. 172, € 18)    Concertista di fama, specialista nei canti in giudeo-spagnolo, Liliana Alcalay, ebrea levantina, ha voluto preservare quel patrimonio linguistico e culturale anche in forma narrativa.  Attraverso i ricordi di un anziano padre che mai aveva voluto raccontare le sofferenze patite, si ricostruisce l’amaro destino degli ebrei bulgari in fuga. Pare che la Bulgaria non abbia consegnato i suoi ebrei ai carnefici nazisti e tuttavia ciò non significa che i profughi diseredati, ridotti in umiliante miseria, non abbiano affrontato patimenti e incredibili peripezie. E così dalla Bulgaria alla Turchia e alla Palestina del Mandato britannico, tra una citazione e l’altra nell’idioma materno, seguiamo la storia di questo ebreo che fa conoscere alla figlia come si sia formato e consolidato in lui il credo sionista. (s)

Norman C. Tobias – La coscienza ebraica della chiesa. Jules Isaac e il Concilio Vaticano II – Ed. Marietti, 2023 (pp. 369, € 32)

Nel ricostruire le complesse vicende biografiche di questo storico e teologo ebreo francese, pioniere del dialogo ebraico-cristiano, Tobias rilegge il percorso attraverso cui la Chiesa cattolica è arrivata ad accogliere e riconoscere il ruolo di Israele nella storia della salvezza, superando lo stigma della colpa collettiva degli ebrei e dell’ebraismo.  Questo storico passo avanti nasce appunto dall’influenza che il pensiero di Jules Isaac ebbe nella stesura del paragrafo sugli ebrei dell’enciclica Nostra Aetate emanata dal Concilio Vaticano II. (s)

Stefan Zweig – Lettere sull’ebraismo – Ed. Giuntina, 2023 (pp. 357, € 20)  

Per la prima volta in traduzione italiana quella parte dell’immenso epistolario in cui emergono intuizioni, riflessioni e giudizi su ebraismo e sionismo. Dalle notizie biografiche Stefan Zweig risulta ebreo assimilato, totalmente avulso da qualsiasi appartenenza religiosa, eppure molte delle sue opere hanno protagonisti ebrei. L’antisemitismo, si cui tanto aveva ragionato, lo costringerà all’esilio e lo porterà a togliersi la vita. Secondo studi recenti, il tema dell’ebraismo non sembra in primo piano nel pensiero espresso nella vastissima e variegata produzione letteraria di Zweig, e tuttavia “una sensibilità ebraica non può essergli negata”. Gran parte della corrispondenza con figure del calibro di Martin Buber,  Scholem Asch, Max Brod, Chaim Weizmann…rivela profonda riflessione, conoscenza e consapevolezza dell’identità ebraica, al punto da elaborare, tra molti altri, il seguente concetto: “anche l’antisemitismo, anche l’odio, anche l’autodistruzione sono parti del nostro destino…si tratta di avere il coraggio di restare nel destino”.(s)

Elise Karlin – Riemersi dalla notte. L’ufficio dei destini perduti e ritrovati – Ed. Lindau, 2024 (pp.188, €19) 

Brillante giornalista francese, Karlin, venuta a conoscenza della restituzione di oggetti personali da parte di una specifica istituzione, si trasforma in ricercatrice avviando un percorso personale (la fine dei nonni) che si estende sulla storia dell’intera Europa. Gli Archivi di Bad Arolsen furono creati a seguito della liberazione dai nazisti per ricostruire il destino delle vittime, andate a costituire uno schedario di ben cinquanta milioni di elementi. Grazie alla “nevrosi amministrativa” e alla cura maniacale dei funzionari nel compilare i registri, è stato possibile tracciare il percorso delle persone all’interno dell’universo concentrazionario, ritrovare alcuni effetti personali confiscati all’arrivo, rintracciare gli eredi o comunque familiari a cui farli pervenire. Un ciondolo, un paio d’occhiali, una spilla…e il passato, taciuto perché indicibile, riemerge e sembra donare nuova vita alla persona che li aveva posseduti. (s)

Linda Kinstler – Il contrario dell’oblio. L’olocausto tra memoria e giustizia – Ed. Einaudi, 2023 (pp. 313, € 20)  

Una storia di “giustizia differita, rinviata, elusa, incompiuta…” La vicenda del nonno dell’autrice si svolge in quella Lettonia dove all’occupazione comunista si è avvicendata a quella nazista, determinando con orrende stragi l’annientamento della componente ebraica di quel paese. Dalla storia familiare si passa a quella collettiva dello sterminio e su cui Kinstler “evitando soluzioni semplicistiche, fornisce un modello di ricerca storica approfondita e coinvolgente”.  Un giallo, un poliziesco della realtà che va a collegare i passaggi oscuri delle modalità con cui si è svolta la caccia ai criminali nazisti, riparati in tutto il mondo ma in special modo in Sud America. Scovati e variamente giustiziati. (s)

Raffaella Romagnolo – Aggiustare l’universo – Ed. Mondadori, 2023 (pp. 366, € 19,50)   

La prolifica scrittrice alessandrina, con questo romanzo candidato al Premio Strega e presentato da Lia Levi, porta una storia di scuola, scolarette e maestra, negli anni a cavallo tra il 1940 e il 1946, nella provincia del Basso Piemonte. “Una storia affascinante, narrata da una moltitudine di personaggi: ognuno offre uno scorcio di sé su episodi e tempi diversi. Non si afferrerà il collegamento se non alla fine” (Lia Levi). 

Raccontare la Shoah ai giovani diventa sempre più difficile, ma il farlo in tono garbato, accorato, quasi deamicisiano si rivela la chiave di una lettura avvincente fino all’ultima pagina. (s)

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