a cura di Silvana Momigliano
Tamar Weiss Gabbay – La meteorologa – Ed. Giuntina, 2023 (pp. 95, € 14) In questo breve romanzo si coglie un invito a rafforzare i rapporti umani e a tornare alla natura. Ormai frequente in Israele è il caso di persone, soprattutto giovani formatisi anche all’estero, che alla vita frenetica della città preferiscono il contatto diretto con la terra, seppur nell’ambiente aspro e ostile del deserto. Protagonista indiscussa della storia del villaggio è la pioggia: invocata e temuta per la devastazione che porta con la sua violenza incontrollata. La narrazione risulta fresca e spontanea, priva di sovrastrutture letterarie e fluisce come la pioggia buona, comunicando un senso di sollievo e di libertà. (s)
David Grossman – La pace è l’unica strada – Ed. Mondadori, 2024 (pp. 89, € 16) Testimonianza illuminante sulla drammatica attualità del conflitto arabo-israeliano espressa in questa raccolta di articoli dove Grossman sostiene con vigore la necessità di una composizione tra le parti per sviluppare una convivenza pacifica e produttiva. Significativo l’articolo dal titolo “Il mio cuore è oppresso. Vivo l’incubo di un popolo tradito dalla politica” come pure quello “Ricorderemo i loro volti…” apparso su La Repubblica con il titolo redazionale “Ma Israele saprà rialzarsi”. Rivolgendosi agli abitanti delle zone colpite, Grossman conclude con parole di conforto e di speranza: “Insieme a voi…sarà possibile costruire un nuovo Stato, per la seconda volta”. (s)
Fabio Montella – “Speriamo in giorni migliori. Gli ebrei stranieri a Modena: vita quotidiana, persecuzione, deportazione, salvataggio e ritorno. (1933-1947)” Ed. Giuntina, 2023 (pp. 489, € 30) Ricercatore indipendente e giornalista, Fabio Montella collabora con la Fondazione Villa Emma di Nonantola e con altri enti di ricerca sulla storia del Novecento. In questo ampio ed esaustivo lavoro sia su singoli che su famiglie di ebrei italiani e stranieri, viene precisato il concetto che la Repubblica Sociale Italiana (RSI) considerava gli individui di “razza ebraica “quali nemici e spie di un paese nemico. In quegli anni erano circa 500 gli ebrei presenti sul territorio modenese: italiani, stranieri e apolidi registrati come “internati liberi” oppure “non internati”, sotto stretta sorveglianza e destinati alla deportazione. Si segnalano tuttavia numerosi atti di solidarietà, aiuto e salvataggio sia da parte di privati cittadini come pure da parte di funzionari “infedeli”. (s)
Fulvio Solms – E vi cerco ancora – a cura di Ettore Levi – Ed. Minerva, 2024 (pp. 239, € 20) Le due pietre d’inciampo apposte davanti al portone della casa dei nonni concludono il lunghissimo e faticosissimo percorso di una ricerca appassionata. Non sono stati sufficienti i dati reperiti presso i vari archivi informatici (da Bad Arolsen allo Yad Vashem, al CDEC e altri), ma è stata forse la cartolina di una piazza di Stettino agli inizi del Novecento. Questo indizio concreto ha incoraggiato il nipote, vissuto ignaro di tutto per gran parte della sua vita, a far luce sul destino tragico della sua famiglia. (s)
Laura Forti – La figlia inutile – Ed. Guanda, 2024 (pp. 250, € 19) Non aver posto le domande giuste, non essere riuscita ad entrare nel mondo interiore della nonna, diventa per Laura Forti esigenza imprescindibile. Il suo interesse per il passato non è “nostalgico ma funzionale “e il desiderio di riannodare i fili con i parenti si fa incalzante anche al fine di potersi collocare correttamente in quell’albero genealogico. La frattura della Shoah ha prodotto un prima e un dopo e la ricerca si è estesa dalla natia Polonia alla Francia, agli Stati Uniti, al Cile ma i dati emersi hanno una aridità che non permette di conoscere le persone nei loro sentimenti, paure, speranze…nel loro carattere: tutto ciò è pura supposizione e la ricerca procede appunto all’insegna del “può darsi”. Questa è appunto la caratteristica del lavoro di Laura Forti nel suo presentare la Storia ufficiale e assodata, mentre quella intima e personale è solo ipotetica. A quei parenti Laura Forti dice: “…a voi ho cercato di dare pace con un libro. O almeno di trovarla io scrivendolo”. (s)
Gabriele Tergit – Berlino addio – Ed. Einaudi, 2024 (pp. 755, € 23) Cinque famiglie della buona borghesia ebraica berlinese, variamente assimilate, vengono raccontate per tre generazioni fino all’avvento del nazismo e di ciò che ne è derivato. Attingendo molto da elementi autobiografici, Gabriele Tergit (Elise Hirshmann, Berlino 1894 -1982) pone particolare cura nel seguire le vicende dei numerosi personaggi in conseguenza del quadro storico di riferimento, per mezzo di un racconto affidato essenzialmente al dialogo. Opera monumentale di questa apprezzata giornalista e scrittrice ebrea che, all’avvento di Hitler, è costretta a interrompere la sua attività e a rifugiarsi all’estero. Al rientro in patria nel 1951 la sua produzione venne rifiutata dagli editori tedeschi, convinti che in Germania non si volesse più sentire parlare di ebrei e solo negli anni Settanta del Novecento vennero alla luce “Gli Effinger” e, in seguito, il presente lavoro. (s)
Clara e Silvia Wachsberger – L’interprete – Ed. All around, 2022 (pp. 157, € 16) Affinché la storia del padre non rimanga solo conservata dagli archivi della Spielberg Survivors of the Shoah Visual History le figlie di Arminio Wachsberger l’hanno voluta completare ed arricchire con note storiche e testimonianze. Ebreo fiumano, figlio del rabbino di quella città, Arminio trasferitosi a Roma incappò nella retata del 16 Ottobre: deportato ad Auschwitz fu uno dei sedici sopravvissuti e ritornati. Persona di grande intelligenza e umanità, dotato di una straordinaria attitudine per le lingue, deve proprio a questa qualità il fatto di essersi salvato attraverso una serie di incredibili peripezie. Una storia finita bene, nonostante lo strazio per la perdita di moglie e figlia nel lager e una vita ricominciata nel segno della positività e dell’amore. (s)
Vincenzo Villella – Ebrei di Calabria – accoglienza, espulsioni, rimpianto – Ed. Grafichéditore, 2024 (pp. 559, € 20) Oltre cento sono oggi le località calabresi che conservano tracce della presenza ebraica in quella regione dove, come recita l’esergo al volume “…la cancellazione dell’identità ebraica non prevede un elemento importante. La permanenza di un’anima…che, prima o poi è destinata a riaffiorare”. Infatti, dopo un’assenza di cinquecento anni gli ebrei ricomparvero, coatti ma vivi, nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia e recentemente piccoli gruppi di persone sono tornarti ad abitare e a far rivivere le antiche tradizioni. Per non parlare dell’importanza commerciale e turistica di Santa Maria al Cedro! Una storia lunghissima e complessa, percorsa e ricostruita con passione e accuratezza da Vincenzo Villella a integrazione di suoi preziosi lavori precedenti e corredata da un ricco apparato iconografico. (s)
Carlo Debenedetti – 1943 -1945 Diario di un ragazzino rifugiato – Edizione fuori commercio. “Nel gioco serio al pari di un lavoro” (Pascoli) il precoce fanciullino, con mano ferma e occhi attenti, compila quotidianamente il diario che un giorno sarebbe diventato una testimonianza storica. Gli anni della guerra vissuti dalla famiglia in Svizzera sono raccontati dalla ordinata grafia (bella calligrafia) del diario, riprodotto anastaticamente dalla copertina alla controcopertina, e sono soprattutto corredati da preziosi documenti, quali carte geografiche, fatture, tessere annonarie…una miniera di informazioni! (s)