Virus e Vaccini
di Anna Segre
Averlo temuto per anni, aver cercato di prendere tutte le precauzioni possibili, aver letto, discusso, parlato, litigato, ascoltato testimonianze di amici, parenti e colleghi sui sintomi: nulla di tutto questo è bastato ad evitare che alla fine arrivasse, proprio come tante volte era stato paventato, esattamente con tutti i sintomi analizzati e temuti. Inutili le preoccupazioni, allora? Inutili le precauzioni? Inutili i vaccini? Non potremo mai sapere con certezza come saremmo stati se ci fossimo lasciati aggredire dal virus senza prendere nessuna precauzione. C’è chi dice che sarebbe cambiato poco e che le preoccupazioni erano superflue, c’è chi, invece, afferma che le conseguenze, già gravi, senza alcun vaccino avrebbero potuto essere addirittura devastanti. Del resto tutti conosciamo (anche se qualcuno finge di dimenticarlo) il precedente storico della pandemia di un secolo fa che ha ucciso decine di milioni di persone, e dunque meglio qualche precauzione di troppo che non prenderne a sufficienza.
E poi ci sono le varianti: ogni tanto ne viene fuori una nuova, un po’ meno virulenta ma sempre più contagiosa. A lungo c’è stata la variante MSI: violentissima ma proprio per quello chi ne era contagiato (mai più del 10% della popolazione italiana) era tenuto ben bene alla larga, anche perché gli effetti devastanti del ceppo originario (quello che aveva causato decine di milioni di morti) erano ancora nella memoria di tutti. Poi è arrivata la variante AN, che faceva un po’ meno paura, e le misure restrittive si sono allentate molto, tanto che è arrivata a far parte della maggioranza al governo, cosa che alla variante MSI non era mai riuscita. Gli effetti sono stati gravi ma forse leggermente meno devastanti di quanto si temesse, e così c’è stato chi ha cominciato ad averne meno paura; e c’è stato chi ha sostenuto che le preoccupazioni e le precauzioni erano state inutili, senza voler capire che molto probabilmente erano state proprio le preoccupazioni e le precauzioni a contenere i potenziali effetti devastanti, anche se non potremo mai sapere esattamente cosa sarebbe successo se nessuno si fosse preoccupato. Infine, è arrivata la variante attuale, Fd’I, contagiosissima (il 26% della popolazione italiana), tanto che non c’è stata alcuna possibilità di evitarla. Allora dovremo sentirci frustrati per tutte le preoccupazioni enunciate inutilmente e per le precauzioni prese inutilmente? O invece non dovremmo insistere sulle precauzioni per contenere gli effetti il più possibile? Per fortuna ci sono tanti buoni vaccini in giro, anche se naturalmente i detrattori riescono a trovare qualche difetto in ciascuno di loro: Costituzione, Unione Europea, scuola, ecc.
C’è anche un piccolo vaccino autoprodotto con poche risorse ma ben sperimentato (quasi 48 anni): il vaccino HK. Il raggio della sua efficacia è estremamente limitato perché non è distribuito su larga scala, però gli effetti positivi sui suoi fruitori si sono manifestati più volte in modo evidente.
In situazioni di emergenza tutto può essere utile.
Poi, chissà, può anche darsi che questa variante abbia davvero poco a che fare con il ceppo originario, come molti affermano, e che in fin dei conti dimostri di non essere niente di più di una semplice influenza come quelle che ci hanno colpito nel 1994, nel 2001, nel 2008 e nel 2018, che si sono rivelate dannose ma non letali. Per quelle il vaccino HK aveva funzionato abbastanza bene (sempre nel suo raggio di azione limitato, s’intende). Chissà se siamo sufficientemente attrezzati per questa e altre varianti del futuro?